Mentre iRobot brevetta un nuovo robottino tagliaprato , mentre si sogna di far guidare le auto integralmente ai robot per migliorare la sicurezza e ottimizzare i consumi , c’è chi trasforma un tragico dramma familiare in un’attività commerciale.
“Black-I Robotics è stata creata nel 2006, anche se l’attività è iniziata nel 2005. Uno dei fondatori, Brian Hart, ha avviato l’azienda con i partner Richard Hart e Arthur Berube dopo che il figlio di Brian, John Daniel Hart, è rimasto ucciso in Iraq all’età di 20 anni”: così si presenta Black-I Robotics , La Robotica dalla I nera . Un proposito commerciale capace di catalizzare il dolore di un padre che cerca di trasformare un evento tanto destabilizzante in qualcosa di costruttivo.
L’uomo – racconta Wired – ha sentito suonare alla porta alle sei del mattino: un colonnello dell’esercito, un sacerdote e un funzionario di polizia dovevano comunicare a lui e a sua moglie che il loro figlio ventenne era rimasto ucciso in Iraq, durante un agguato sferrato contro il mezzo militare in cui si trovava. Da questa circostanza, unita al grido di allarme con cui il figlio, poco tempo prima, lamentava scarsità di armamenti in dotazione per la difesa, Mr. Hart ha tirato fuori un’azienda che ora riceve appalti dal Pentagono: con un contratto da 728mila dollari , ora Black-I sfodererà un nuovo robot, LandShark . Un progetto che dipinge a chiare tinte l’indirizzo complessivo dell’attività: costruire mezzi che aiutino a salvare le vite umane sui campi di battaglia e non solo.
Da classificarsi tra un UAV e un drone , LandShark pesa poco meno di 125 chili ed è lungo 1 metro e 20 cm : sembra un fuoristrada senza posto per il pilota. Hart spera di renderne disponibili gli esemplari entro il prossimo anno, con un costo oscillante tra i 65mila e gli 85mila dollari ciascuno, compresa carrozzeria ed equipaggiamento.
La produzione di Black-I in alcuni casi è stata criticata: secondo alcuni, LandShark è troppo ingombrante e poco maneggevole rispetto ad altri progetti come quelli di iRobot Inc. e Foster-Miller Inc. , i cui dispositivi sarebbero sì molto più sofisticati dal punto di vista dell’elettronica, ma anche molto più fragili, nonché meno autonomi: impiegano costose batterie al litio, mentre LandShark si serve di robuste, semplici ed economiche batterie per auto.
Pur tra tante difficoltà, dunque, il dolore di Hart è stato catalizzato: “Spendiamo miliardi su miliardi in tecnologie ed equipaggiamenti che non useremo mai, mentre ci perdiamo su equipaggiamenti fondamentali che potrebbero salvare vite in guerra”, dice Hart. “Il modo in cui è diretto l’esercito e il metodo con cui è gestito il governo non deve continuare ad essere così deficitario”, conclude.
Nel video qui sotto la prova del sistema di ripresa a 360 gradi su di un esemplare privo di carrozzeria.
Marco Valerio Principato