Un’inedita partnership AT&T – Verizon (e che include anche T-Mobile USA), in collaborazione con Barcleys e Discover Financial Services , ha sviluppato una tecnologia da integrare agli smartphone attualmente in circolazione per incorporarvi metodi di pagamento personalizzati.
Per farlo hanno pensato di dotare gli smartphone di un banda per l’identificazione di radio frequenze (RFID) che permetterà ai dispositivi di scambiare a pochissima distanza informazioni con i POS.
Anche la compagnia telefonica britannica Orange sta collaborando con Barclay con il medesimo obiettivo: negli ultimi anni, d’altronde, vi sono stati svariati tentativi per integrare smartphone e pagamenti , sia attraverso applicazioni ad hoc, sia integrando (come ha fatto per esempio Nokia con il suo 6212 ) negli smartphone la funzionalità NFC ( Near-Field Communications ) già utilizzata dalle carte di credito. Tentativi vi erano già stati anche in Italia , con una collaborazione Telecom Italia-MasterCard.
La prospettiva è quella di non aver più bisogno della carta di credito e di utilizzare gli smartphone come device multifunzione per eccellenza, da utilizzare come telefono, agenda, macchina fotografica, computer portatile e, adesso, anche come sistema di pagamento.
Questo significherà da un lato che la nuova tecnologia dovrà essere verificata in particolare sul lato della sicurezza delle transazioni , dall’altra che le telco entreranno in diretta concorrenza con le compagnie di credito come Visa e Mastercard: esse infatti non utilizzano i loro circuiti ma hanno preferito collaborare con Discover Financial Services per quanto riguarda il processo di pagamento e con la banca Barclays per la gestione dei conti.
Il sistema così sviluppato dagli operatori telefonici sarà comunque testato nei negozi di Atlanta e tre altre città statunitensi: i negozi dovranno dotarsi di nuovi terminali di pagamento (dal costo di circa 200 dollari), mentre le compagnie telefoniche dovranno incorporare la nuova tecnologia nei nuovi telefonini per un costo di produzione aggiuntivo calcolato tra i dieci e i quindici dollari.
I servizi di carte di credito, allo stesso tempo, non restano a guardare: Visa sta introducendo uno strumento web gratuito chiamato Rightcliq . Si dovrebbe trattare, nelle parole dello sviluppatore, di un “servizio e-commerce social”: un browser add-on che ha lo scopo di migliorare e velocizzare lo shopping online , permettendo all’utente il completamento automatico dei campi richiesti per l’acquisto (indirizzo personale e numero di carta di credito), dati che vengono conservati nei server Visa (che proprio recentemente ha acquistato per 2 miliardi di dollari il servizio di prevenzione dalla frode e sistema di pagamento sicuro CyberSource ).
Il servizio di Visa permette inoltre di tenere una “lista dei desideri” con gli acquisti futuri o su cui si è indecisi, e di seguire l’andamento della transazione e della spedizione. L’aggettivo “social” si riferisce invece ad una sorta di integrazione con Facebook e con il proprio servizio email per coinvolgere amici e parenti nelle scelte di acquisto (presumibilmente con suggerimenti e commenti). Con un gruppo di partner commerciali selezionati a inviare invece una serie di offerte.
Claudio Tamburrino