Un programma di ricerca volto alla costruzione di un sistema di videosorveglianza in grado di riconoscere e segnalare i comportamenti umani sospetti e illeciti: è il progetto sviluppato dalla Carnegie Mellon University e finanziato dal governo statunitense.
Non è la prima volta che i ricercatori cercano di integrare capacità cognitive nei software progettati per la sorveglianza degli spazi pubblici . Il progetto statunitense, sviluppato dall’italiano Alessandro Oltramari e dal collega Christian Lebiere, intende mettere a punto videocamere con funzioni di videosorveglianza capaci di identificare comportamenti anomali come, ad esempio, individui che abbandonano per più di qualche minuto borse all’interno di aeroporti o stazioni.
Tecnicamente, il sistema agisce scomponendo in pezzi il filmato e associando a ogni frame un verbo che sia in grado di descrivere al meglio l’azione ripresa come, ad esempio, “raccogliere” o “seppellire”, ai quali si aggiungono altre parole e idee simili attraverso un meccanismo di mappatura concettuale e semantica. Il risultato è un dispositivo in grado di analizzare i video di sicurezza e individuare le azioni contenute , quindi sollecitare il controllo umano in caso di comportamenti sospetti.
Lo studio in questione, che tenta di definire i contorni di una cam supportata da un algoritmo che operi in maniera simile all’uomo, rientra in un progetto più ampio finanziato dal settore scientifico della Difesa statunitense, la DARPA . Invece di individuare semplicemente gli oggetti all’interno di una scena, il sistema è in grado di capire cosa sta avvenendo e di predire cosa potrebbe accadere.
Ad esempio , se una persona entra in edificio a mani vuote ed esce con una scatola in mano, il sistema è in grado di stabilire che l’oggetto è stato raccolto all’interno dell’ambiente; allo stesso modo, se un individuo si avvicina ad un altro porgendogli un oggetto, il sistema può prevedere che l’altra persona manterrà l’oggetto. Si tratta di dinamiche cognitive che possono apparire banali per il cervello umano, ma che, applicate a un dispositivo, sono il frutto dello studio e dell’implementazione di elaborati apparati tecnici.
Cristina Sciannamblo