“Il mio nome è Todd Davis e questo è il mio numero di previdenza sociale. No, non sono pazzo. Vi sto solo assicurando che il nostro sistema funziona. LifeLock farà in modo che nessun criminale possa trovare utili le vostre informazioni personali. Così come lo ha fatto con le mie. È garantito”.
Garantito. Non esattamente. Circa due mesi fa , la statunitense LifeLock – società specializzata in sicurezza informatica – era stata severamente multata dalla Federal Trade Commission (FTC) a stelle e strisce. 12 milioni di dollari per una serie di messaggi pubblicitari ritenuti ingannevoli .
In cambio di un abbonamento mensile di 10 dollari, LifeLock prometteva la più totale sicurezza da attività criminose come il furto d’identità. In più, una clamorosa promessa: un’assicurazione da 1 milione di dollari qualora si fosse verificato anche soltanto un caso di furto di dati personali.
Se tutto ciò valesse sul serio, allora Todd Davis, CEO di LifeLock , sarebbe ora multimilionario. È recente infatti un articolo apparso sul sito del Phoenix NewTimes , che ha raccontato come lo stesso Davis sia stato vittima in un tempo relativamente breve di ben 13 furti di dati personali .
A partire dal primo caso risalente al 2007, quando qualcuno era riuscito a sfruttare la sua identità per ottenere un prestito bancario di circa 500 dollari. La vicenda era stata raccontata da Wired , facendo probabilmente diventare famoso Todd Davis. Subito dopo, un altro criminale in Georgia era riuscito ad entrare nel suo account wireless AT&T per poi lasciargli da pagare un conto superiore ai 2mila dollari .
Era stata utilizzato – sorpresa – il suo numero di previdenza sociale . A questi furti ne erano comunque seguiti altri, con svariati cracker ad approfittare dei suoi account Verizon, Credit One Bank, Swiss Colony. Tutte società in credito con Todd Davis, che nel frattempo mostra il suo volto sorridente sugli annunci in metropolitana.
Mauro Vecchio