Il verdetto da una corte di Pittsburgh contro il chipmaker statunitense Marvell Semiconductor nella sfida legale con i vertici della Carnegie Mellon University . All’unanimità, nove giudici a stelle e strisce hanno comminato una maxi-multa da quasi 1,7 miliardi di dollari per la violazione di due brevetti detenuti dall’ateneo privato nello stato della Pennsylvania.
Ad oggi, si tratta della multa più salata per lo sfruttamento indebito di tecnologie proprietarie, superando la sanzione stabilita dal giudice californiano Lucy Koh nella guerra tra i giganti Apple e Samsung. Ottenuti nel biennio 2001-2002, i brevetti 6,201,839 e 6,438,180 tutelano due tecniche specifiche per ridurre il rumore nelle attività di processamento delle informazioni contenute negli hard drive .
In aula, le proteste dei legali di Marvell sono state vibranti: i ricercatori della Carnegie Mellon University non avrebbero inventato nulla, anzi avrebbero sfruttato una tecnica brevettata da Seagate più di un anno prima. Stando ai calcoli effettuati dai giudici di Pittsburgh, tra il 2003 e il 2012 il produttore statunitense avrebbe venduto chip per oltre 2 miliardi di dollari . Tra i suoi principali clienti le società Western Digital e Seagate.
Mauro Vecchio