InMobi, agenzia di advertising mobile con base a Singapore, è stata multata dalla Federal Trade Commission (FTC) per 950mila dollari per aver raccolto e utilizzato i dati sugli spostamenti dei consumatori .
La decisione è frutto di un accordo raggiunto dalle autorità con l’azienda che con la sua rete di advertising mobile, con servizi di geolocalizzazione delle inserzioni, raggiunge oltre un miliardo di dispositivi in tutto il mondo. Secondo quanto riferisce il direttore alla protezione dei consumatori di FTC Jessica Rich: “InMobi ha tracciato la localizzazione di centinaia di milioni di utenti, inclusi bambini, senza il loro consenso e in molti casi ignorando completamente le preferenze di privacy impostate”.
Secondo FCT , innanzitutto, l’azienda di Singapore non avrebbe offerto una corretta informazione: pur avendo fatto intendere di tracciare i movimenti dei consumatori solo nel momento in cui avessero fatto opt-in in tali servizi ovvero nelle impostazioni di privacy dei relativi device, il suo servizio di geolocalizzazione seguiva i movimenti degli utenti anche nel caso l’app con installato il software InMobi non avesse ottenuto i necessari permessi e anche nei casi in cui il consumatore avesse esplicitamente negato l’accesso ai dati di localizzazione.
FTC riferisce inoltre che l’azienda sarebbe riuscita – grazie alla registrazione dei profili dei dispositivi degli utenti – a tracciarne gli spostamenti anche quando i relativi GPS erano spenti, grazie al coordinamento dei dati relativi alle reti wireless a loro prossime. Riferisce inoltre che InMobi avrebbe conservato un database dei dati così raccolti e che avrebbe violato la normativa a tutela della privacy dei minori, ed in particolare il Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA), raccogliendo in questo modo dati anche da quelle app evidentemente indirizzate a bambini.
Oltre alla multa pecuniaria, stabilita in base allo status finanziario dell’azienda che rischiava di dover pagare danni civili per 4 milioni di dollari , InMobi dovrà innanzitutto cancellare tutti i dati finora raccolti e stabilire “un completo programma di protezione della privacy” ed in particolare impegnandosi a non raccogliere dati dagli utenti se non dopo aver avuto il loro consenso esplicito.
Claudio Tamburrino