Washington – Se non è ancora un affossamento definitivo dei “superpoteri” acquisiti dall’FBI dopo la ratifica del cosiddetto Patriot Act , disegno di legge voluto da Bush e approvato in gran fretta dal Congresso dopo i fatti dell’11 settembre, la sentenza di incostituzionalità stabilita da una corte distrettuale USA sancisce la necessità di una profonda revisione della discussa serie di norme fin qui a disposizione dalle forze dell’ordine statunitensi per rendere più agevoli le indagini anti-terrorismo.
Il Patriot Act permette all’FBI, tra le altre cose, di inviare le cosiddette National Security Letter , grazie alle quali può costringe provider, compagnie telefoniche, motori di ricerca, librerie, cybercafé ed altre entità di natura pubblica o privata a spifferare agli agenti tutti i dati riservati degli utenti di cui siano in possesso. Uno strumento potente e da tempo sotto accusa , che stabilisce inoltre una sorta di patto omertoso tra FBI e la società destinataria della missiva , obbligata per legge a non informare i diretti interessati dell’avvenuta consegna delle informazioni ai feds .
Il giudice distrettuale Victor Marrero ha stabilito che la non comunicabilità delle NSL agli utenti è incostituzionale, e infrange la libertà di parola difesa dal Primo Emendamento . Non bastasse, le lettere spedite dai federali scavalcano il compito proprio della Giustizia di stabilire l’obbligo di cooperare per gli ISP e le altre società, costituendo nei fatti un grave vulnus alla separazione dei poteri della confederazione americana.
Accuse gravissime, arrivate alla conclusione di una causa legale intentata dall’associazione American Civil Liberties Union per obbligare il Congresso a riformare, per l’ennesima volta, il Patriot Act: già nel 2004 la legge era stata riaggiustata per fornire ai destinatari delle Security Letter un diritto limitato di impugnare nelle aule giudiziarie la non comunicabilità delle richieste agli utenti.
La sentenza del giudice Marrero, disponibile per la consultazione in formato PDF sul sito dell’organizzazione USA pro-diritti civili, costringerà con ogni probabilità l’establishment politico di Washington ad un pesante rimaneggiamento della legge, ed è quindi facile prevedere un notevole ostracismo nei confronti della decisione da parte del Dipartimento di Giustizia , che non si darà vinto tanto facilmente nel concedere ai cittadini degli States diritti di cui sono stati a lungo privati per ragioni – si ripete nei palazzi del potere – di sicurezza nazionale.
Alfonso Maruccia