Un no decisivo , che ha di fatto bloccato sul nascere le pur ferme intenzioni della fazione democratica e in particolare di Henry Waxman, chairman della Commissione sull’Energia e il Commercio alla House of Representatives di Washington DC. Pare infatti che la sua bozza di legge sulla cosiddetta neutralità della Rete dovrà attendere le prossime elezioni al Senato in terra statunitense.
Il senatore repubblicano Joe Barton ha infatti detto no , appoggiato da altri membri del suo partito. Che hanno in sostanza agito come decisivo ago della bilancia per la mancata approvazione di quello che avrebbe dovuto essere un nuovo disegno di legge in materia di net neturality. Una proposta che – almeno stando alle posizioni espresse dalla fazione repubblicana – avrebbe sicuramente minacciato lo sviluppo dell’intero settore del broadband a stelle e strisce .
Nella visione illustrata in precedenza da Waxman, i vari provider sarebbero stati obbligati a non discriminare determinati servizi o applicazioni in Rete . Né a bloccare in maniera arbitraria – o comunque senza un motivo più che ragionevole – un determinato sito web. Differente approccio per i fornitori in mobilità, che sarebbero stati più liberi data una minore capacità di banda a loro disposizione. Alla Federal Communications Commission (FCC), maggiori poteri sanzionatori, ma non la facoltà di concretizzare la cosiddetta terza via indicata dal chairman Julius Genachowski.
Secondo l’opinione di Barton , la proposta di Waxman risulterebbe nociva nei confronti della stessa libertà garantita da Internet. Libertà in termini prettamente economici, dal momento che le nuove regole sulla neutrality finirebbero col soffocare gli investimenti e soprattutto la capacità di creare ulteriori posti di lavoro . Il mercato dovrebbe così rimanere libero, al riparo da leggi come quella avanzata dal chairman della Commissione sull’Energia e il Commercio.
Che ha dunque aspramente criticato le motivazioni del senatore repubblicano. La bocciatura della bozza di legge sarebbe dannosa non soltanto per i vari provider, ma anche – e soprattutto – per tutti i consumatori a stelle e strisce. Quest’ultimi non potranno così godere di una Rete davvero aperta e neutrale. Mentre gli ISP avrebbero evitato gli intenti di riclassificazione della stessa FCC , che mira a trasformare i vari servizi d’accesso al broadband in più tradizionali operatori di telecomunicazione.
Mauro Vecchio