L’ American Civil Liberties Union (ACLU) ha inviato alcune lettere alle scuole pubbliche del Missouri e del Michigan chiedendo loro di interrompere il blocco per l’accesso degli studenti a siti web contenenti informazioni su gay e lesbiche . Oltre a tali lettere l’ACLU ha inviato alcune richieste di informazioni in merito ai programmi di filtraggio del web utilizzati per impedire l’accesso nei distretti scolastici dell’Alabama, Arkansas, California, Nevada, New Yersey, Pennsylvania, South Carolina, Texas e Washington. Il termine massimo per la risposta dei vari istituti all’organizzazione è prevista per il 4 aprile.
Secondo l’associazione tali siti non sarebbero da considerarsi nè da paragonarsi con le pagine pornografiche. Molte di queste pagine web, tra le quali quelli di associazioni come il Gay, Lesbian and Straight Education Network , rappresentano un supporto necessario e delle risorse a livello di informazione ed educazione per i giovani omosessuali in momenti critici della loro vita. Bloccando tali siti, ha dichiarato Jay Kaplan dell’ACLU, le scuole superiori inoltrano un messaggio terribile per gli studenti omossessuali in quanto invitano a ignorare il problema e insegnano a mettere a tacere l’argomento.
“Le scuole non sono autorizzate a limitare l’accesso solo perché in disaccordo con il punto di vista di un gruppo” ha concluso.
Inoltre si è tenuto a sottolineare , durante l’argomentazione sulla questione, che gli istituti pubblici non dovrebbero negare l’accesso a tali informazioni e al contempo consentire agli studenti di poter visionare contenuti anti-gay.
La questione era stata affrontata dall’organizzazione già nel 2009 quando ACLU aveva condotto una campagna di pressione, depositando una causa legale per l’accesso ai siti web LGTB, nel Knoxville e nel distretto scolastico di Nashville in Tennesse che, a seguito della disputa legale, avevano deciso di smettere di utilizzare i software di filtraggio per bloccare l’accesso a tali siti. Da allora, però, le denunce pervenute all’associazione sono aumentate in quanto le scuole stanno continuando ad utilizzare tali software e ad impedire la libera navigazione dei ragazzi.
ACLU ha pertanto provveduto all’individuazione delle scuole che non stavano mantenendo l’obbligo di garantire l’accesso a tali siti agli studenti, e sta provvedendo a contattarli per lavorare insieme con la Yale Law School su una campagna chiamata “Don’t Filter Me” nella quale si chiede agli studenti di verificare, vagliando otto siti LGBT in particolare, se le loro scuole stanno blocccando o meno l’accesso a tali contenuti. Di questi otto siti, cinque forniscono sostegno educativo mentre gli altri tre vengono caratterizzati come anti-gay, dunque grancasse per incoraggiare omosessuali e lesbiche a cambiare il loro orientamento sessuale.
La campagna ha avuto effetti sorprendenti e, stando a quanto dichiarato da ACLU, sono state migliaia le segnalazioni arrivate da ogni parte del paese.
Raffaella Gargiulo