USA, no al mercato spione

USA, no al mercato spione

Una ricerca evidenzia la richiesta dei cittadini degli States di non ricevere pubblicità personalizzate. Ma in pochi sanno quali siano le forme di tutela della privacy
Una ricerca evidenzia la richiesta dei cittadini degli States di non ricevere pubblicità personalizzate. Ma in pochi sanno quali siano le forme di tutela della privacy

Una ricerca condotta dalle Università di Berkeley e della Pennsylvania rivela come la maggioranza dei cittadini statunitensi non apprezzi la pubblicità fatta su misura.

Il dato rilevante emerso dallo studio appena pubblicato riguarda proprio le pubblicità che alcuni siti mostrano agli utenti in base ai loro interessi. Alla domanda “vuoi che i siti che visiti ti mostrino tali pubblicità?”, il 66 per cento dei cittadini intervistati ha risposto di essere decisamente contrario a tale pratica .

A questo si accompagna un altro dato altrettanto rilevante: la maggior parte degli intervistati ritiene opportuno che venga promulgata una legge che dia il diritto di conoscere esattamente tutte le informazioni che un sito Web possiede sul suo conto. Un intervento peraltro già invocato da numerose associazioni a tutela della privacy.

La studio, che è stato condotto su un campione di 1000 adulti, ha anche sottolineato come la percentuale di persone contrarie al cosiddetto tailored advertising aumenti quando vengono spiegate le modalità con cui i siti Web raccolgono le informazioni utili.

Lo studio contiene inoltre una parte in cui si analizza la conoscenza che gli utenti hanno delle questioni relative alla privacy. La maggior parte degli intervistati ha sbagliato nel dare una risposta a domande specifiche sul tema.

Una ricerca, dunque, che potrebbe anche essere sintomo di una tendenza più generale e che, se si affermasse su grande scala, metterebbe in luce la contraddizione tra la poca conoscenza dei propri diritti in tema di privacy e la forte volontà dei cittadini statunitensi di non ricevere consigli per gli acquisti legati ai propri interessi.

Di avviso contrario era stata, invece, una ricerca commissionata da TRUSTe che lasciava pensare ad una diminuzione progressiva della diffidenza dei cittadini nei confronti del monitoraggio di Rete.

Federica Ricca

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Pubblicato il
1 ott 2009
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