Ben Folds, Damian Kulash (OK Go), Amanda Palmer e Neil Gaiman: un quartetto artistico esplosivo ed estemporaneo, formato per dimostrare l’inutilità delle case discografiche nell’ottenere successo. I quattro artisti stanno per registrare un album di otto tracce in otto ore presso il Berklee College of Music.
Il gruppo entrerà in azione in diretta dallo studio di registrazione durante il Rethink Music , manifestazione musicale organizzata da Berklee e MIDEM in quel di Boston. L’album sarà realizzato attraverso Bandcamp e i proventi della prima settimana saranno destinati al Berklee City Music.
L’esperimento sembra essere destinato a produrre risultati interessanti soprattutto se si considerano le straordinarie competenze tecniche e la sapienza tecnologica possedute dagli autori dell’iniziativa: Ben Folds e Amanda Palmer sono noti per le loro iniziative artistiche ad alto grado di tecnologia, gli OK Go molto conosciuti nell’ambiente della musica indipendente per i video virali presenti su YouTube, mentre Gaiman è particolarmente attivo in Rete dove mostra il proprio talento di scrittore .
Lo spirito dell’iniziativa è in parte polemico : non c’è bisogno delle etichette discografiche per creare interesse e ottenere una distribuzione musicale. L’intento dei quattro è aprire un dialogo circa il rapporto tra artista ed etichetta e il futuro nell’industria discografica nell’epoca dei media “post-social”.
La sessione di registrazione prenderà il via il 25 aprile alle 4 di pomeriggio, con i musicisti connessi con il pubblico via Twitter pronti a recepire le richieste e i suggerimenti dall’esterno. Il gruppo presenterà l’album il giorno seguente durante la conferenza e organizzerà un concerto in serata.
“La tecnologia – dichiara Ben Folds – permette ai musicisti di distribuire musica senza intermediari e direttamente al pubblico nel momento della creazione. Permette anche una comunicazione bilaterale durante il lavoro di modo che l’audience possa collaborare o essere presente in qualche modo, in maniera simile ai live”.
Il senso dell’iniziativa è contenuto nelle parole di Kulash: “Può il ciclo di produzione di un album essere ridotto a un solo giorno? Se l’industria discografica si suppone essere un mezzo di collegamento tra i musicisti e gli ascoltatori, bene, ecco l’esempio, spontaneo e circolare. Il pubblico ci invia le idee e il giorno dopo noi abbiamo l’album, uno show e una specie di documentario”.
Tutto interessante se non fosse che, come sostiene qualcuno, gente come Amanda Palmer, Ben Folds e Neil Gaiman riesca a produrre attesa per qualsiasi iniziativa proponga, grazie alla fama e all’apprezzamento trasversali. Allo stesso modo di Weezer, Arcade Fire, Trent Reznor e Radiohead, tutti artisti affermati che hanno deciso di puntare sulla distribuzione digitale. Stesso discorso per i membri dei Dream Theater, che stanno reclutando il futuro batterista via Facebook tenendo così aggiornato il pubblico sull’andamento della ricerca.
Cristina Sciannamblo