I viaggiatori provenienti dai 7 Paesi individuati dal Muslim Ban come possibili luoghi d’origine dei terroristi potrebbero essere costretti a cedere le password di accesso ai propri account sui social network, in cambio della possibilità di ingresso negli Stati Uniti .
A parlare di tale ipotesi è stato il nuovo segretario dal Dipartimento dell’ Homeland Security (DHS) degli Stati Uniti John Kelly, che ha informato il Congresso di star vagliando tale possibilità per incrementare il controllo sui richiedenti visa e sui permessi come rifugiati provenienti da Siria, Iraq, Iran, Somalia, Sudan, Libia e Yemen.
Ricordiamo che a differenza del visto , documento che autorizza uno straniero ad entrare nella nazione (da non confondersi con il permesso di soggiorno richiedibile per motivi di lavoro, studio o turismo), il visa è un’attestazione che garantisce l’adeguatezza del visitatore alla permanenza in territorio nazionale.
Rivolgendosi idealmente a tali viaggiatori stranieri, Kelly ha detto: “Vogliamo accedere ai loro social media con la loro password: cosa fate, cosa dite? Se non vuoi collaborare, non entri”.
La politica del neo presidente Donald Trump passa inequivocabilmente per il controllo dei confini degli Stati Uniti: se la costruzione del muro al confine con il Messico prosegue in attesa della definizione dei dettagli, la decisione esecutiva di bloccare tutti i viaggiatori da sette stati musulmani è stata bloccata da un giudice federale ed è dunque al momento destinata a diventare campo di battaglia legale. Per questo l’amministrazione Trump pensa, oltre che a prepararsi a difendere la propria decisione esecutiva ricorrendo in appello contro la decisione di primo grado, ad eventuali alternative.
La nuova richiesta ricalca l’idea (poi ritirata) già avanzata dall’amministrazione Obama che si è provata a concentrare su un progetto di legge con cui chiedere agli stranieri di indicare solo la propria presenza online: tale proposta ha preso la forma di un nuovo campo opzionale sul modulo di richiesta di ingresso degli Stati Uniti Electronic System for Travel Authorization (ESTA) (sistema alternativo alla visa per chi intende entrare negli USA per meno di 90 giorni).
Oltre all’obbligo di cedere le proprie password, peraltro, sembra , secondo la denuncia dell’EFF, che gli agenti addetti ai controlli alle frontiere negli aeroporti stiano già controllando i dispositivi elettronici dei passeggeri provenienti da diversi paesi del Medio Oriente , anche di quelli con permessi di residenza negli Stati Uniti, ovvero i detentori della cosiddetta green card .
Claudio Tamburrino