Roma – L’iniziativa parte da Florida, New York, California, Georgia, Texas ed alcuni altri stati, ma sta rapidamente diffondendosi: quella di recuperare quei cellulari usa-e-(quasi)getta – in genere disponibili per una quindicina di dollari – ed alterarne il firmware, così da poterli rivendere come veri e propri cellulari, in cui inserire qualunque SIM card, di qualunque operatore. Con profitti alti e sicuri .
Ormai gestita da veri e propri cartelli, quest’attività impiega una sorta di pusher , nel campo chiamato runner , che trascorre il proprio tempo acquistando facendo incetta di tali cellulari nei grandi magazzini e portandoli ai “capibanda”. Questi cellulari nascono SIM locked , così da costringere il compratore ad acquistare altri “minuti” dallo stesso operatore: ed è questa l’ unica fase dalla quale l’operatore trae profitto poiché spesso, inizialmente, i telefoni sono venduti in perdita .
Ma sbloccare i cellulari è un affare davvero invitante: “Ci si guadagna moltissimo”, dice James Baldinger, avvocato di West Palm Beach che rappresenta TracFone Wireless . “Anche se continuiamo ad arrestare trafficanti, ne troviamo sempre di nuovi. TracFone intende continuare a perseguirli”.
Una volta craccati , questi telefoni vengono rivenduti a prezzi che oscillano tra 40 e 60 dollari in meno rispetto al prezzo di vendita già scontato della stessa TracFone. La loro distribuzione avviene generalmente in lotti da 10mila pezzi o anche di più : è frequente trovare siti che propalano la disponibilità di grandi quantità di apparati già sbloccati.
Dal punto di vista normativo, negli States non è illegale sbloccare un cellulare. Ma le aziende sperano di arginare il fenomeno, stanche di vedersi risucchiare grandi quantità di margini. I costruttori stessi, usando come portabandiera proprio TracFone Wireless, stanno distribuendo denunce a tutto spiano ma c’è persino chi ha rifiutato di obbedire all’ordine di sospendere la vendita dei cellulari sbloccati, segno evidente del grande profitto che offre l’attività.
TracFone – ma sembra lo abbiano fatto anche AT&T , Nokia e Virgin Mobile – ha presentato sinora 39 denunce negli ultimi mesi, di cui oltre la metà in Florida, nel tentativo di porre un freno a questo traffico.
Marco Valerio Principato