Si tratta di una posizione ferma che potrebbe non piacere alla Camera di Commercio statunitense, né ai vari detentori dei diritti rappresentati da RIAA e MPAA. La commissione della World Intellectual Property Organization (WIPO) ha recentemente ascoltato a Ginevra alcuni delegati degli Stati Uniti che hanno offerto un deciso appoggio alle proposte della World Blind Union (WBU) e di un gruppo di governi del Sud America, relativamente ad una maggiore diffusione a livello transfrontaliero di libri e documenti in formato accessibile ad utenti ciechi o con significativi problemi di vista.
La delegazione statunitense a Ginevra ha spiegato agli altri membri di WIPO come sia giunto il momento più opportuno di considerare le problematiche legate alla comunità dei non vedenti, in particolare il bisogno di avere un accesso più libero e diffuso a libri in formato elettronico. “Il nostro impegno – si può leggere in un documento ufficiale presentato alla commissione – è di raggiungere un consenso a livello internazionale per stabilire delle opportune eccezioni alle leggi vigenti sul copyright, in modo da soddisfare i bisogni di queste particolari utenze”.
Questo consenso a livello internazionale, secondo i delegati statunitensi, potrebbe assumere forme diverse, a partire da una proposta di legge da parte della stessa commissione fino ad un eventuale trattato multilaterale. Il problema più pressante sarebbe quello relativo alla distribuzione transfrontaliera di speciali formati per utenti ciechi , se questa debba avvenire secondo delle eccezioni alle leggi nazionali sul diritto d’autore o attraverso degli speciali accordi di licenza. L’obiettivo primario, per gli Stati Uniti, rimarrebbe quello di arrivare a condividere una libera importazione/esportazione dei testi.
Stando a quanto riportato da Electronic Frontier Foundation (EFF), ci sarebbe attualmente una carenza cronica di materiale in formati accessibili alle utenze non vedenti. Negli Stati Uniti la percentuale di questi testi si aggirerebbe intorno al 5 per cento del totale dei volumi pubblicati , cifra che si abbassa al 4 per cento nel Regno Unito. WBU, insieme ai governi di Brasile, Ecuador e Paraguay, aveva proposto un trattato per risolvere alcuni inconvenienti legati al copyright.
In primis, l’utente non dovrebbe chiedere il permesso ai detentori dei diritti precedentemente alla creazione di copie di un testo in formato accessibile. Secondo, vi sono evidenti problematiche nel momento in cui ci si sposta da una nazione (e quindi da una legge sul diritto d’autore) all’altra. La U.S. Chamber of Commerce , insieme alle associazioni del disco e del cinema RIAA e MPAA, avevano vivamente protestato contro una proposta che avrebbe a loro dire smantellato l’intera struttura globale a tutela del copyright.
“Sappiamo che alcuni nella comunità internazionale del diritto d’autore credono che questo trattato andrà ad indebolire l’intero corpus legislativo – hanno concluso i delegati statunitensi – Il nostro paese non è d’accordo con questo punto di vista, bensì con uno scenario in cui eccezioni e rinforzo legislativo vadano di pari passo. Si tratta di una parte importante di un sistema sulla proprietà intellettuale che sia bilanciato a livello internazionale”.
Mauro Vecchio