USA, per il tracciamento mobile serve il mandato

USA, per il tracciamento mobile serve il mandato

La Corte Suprema del New Jersey ha stabilito che gli agenti di polizia locali devono richiedere l'autorizzazione prima di sfruttare le informazioni geolocalizzate per individuare i sospetti
La Corte Suprema del New Jersey ha stabilito che gli agenti di polizia locali devono richiedere l'autorizzazione prima di sfruttare le informazioni geolocalizzate per individuare i sospetti

Agli utenti mobile deve essere garantita una forma di tutela della privacy nelle attività di raccolta e sfruttamento dei dati geolocalizzati da parte degli agenti di polizia in terra statunitense, che saranno perciò obbligati a procurarsi un mandato di perquisizione prima dell’accesso alle informazioni sulla posizione GPS di individui sospetti o ricercati.

È la decisione della Corte Suprema nello stato del New Jersey, in un caso di tracciamento sollevato dal cittadino statunitense Thomas Earls, ricercato per furto e rintracciato dagli agenti di polizia con le informazioni geolocalizzate fornite dall’operatore T-Mobile senza alcun mandato .

Nella decisione del giudice Stuart Rabner, i singoli abbonati ad un determinato operatore di telecomunicazioni devono ragionevolmente attendersi che le proprie informazioni personali restino private , dunque non consegnabili alle autorità senza una specifica ordinanza o mandato di perquisizione.

In sostanza, i principi di garanzia costituzionale contenuti nel Quarto Emendamento servono a proteggere i cittadini anche dalle attività di tracciamento senza mandato. La decisione del giudice Rabner si è basata sull’esito del caso United States v. Jones , in cui un uomo sospettato per traffico di droga era stato tenuto sotto stretto controllo dall’FBI grazie all’installazione – surrettizia e senza autorizzazione da parte di un giudice – di una cimice GPS sulla sua auto.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
23 lug 2013
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