Il Dipartimento di Giustizia (DoJ) americano ha annunciato una nuova “policy avanzata” per l’uso dei “simulatori di cella” per la telefonia mobile, dispositivi noti anche come Stingray e sfruttati dalle forze dell’ordine USA per intercettare le comunicazioni sulle reti cellulari alla caccia di sospetti o criminali conclamati.
Alla base della nuova policy, che è entrata immediatamente in vigore dopo la sua pubblicazione da parte del DoJ, c’è l’obbligo, d’ora in poi, di procurarsi un mandato di perquisizione presso l’autorità giudiziaria prima di mettere sotto controllo cellulari e network di telefonia mobile 2G – l’unica tecnologia cellulare compatibile con l’uso degli Stingray.
Si tratta di una differenza enorme rispetto al recente passato, visto che finora le forze dell’ordine USA avevano potuto servirsi degli Stingray per interferire indisturbati con le comunicazioni cellulari delle popolazione. Sono previste alcune eccezioni nel rispetto della Costituzione USA, mentre la policy sembra sia valida solo per le indagini penali e non per altri ambiti giudiziari.
La nuova policy contro l’uso indiscriminato degli Stingray è stata accolta con toni positivi ma cauti da parte delle organizzazioni che si battono per i diritti civili e digitali, con EFF che ha sottolineato le cose che ancora restano da fare – inclusa l’imposizione della norma “con la forza della legge” e la decisione di un giudice che ne riaffermi i principi contro le maniche larghe delle forze dell’ordine locali o federali.
Da ACLU hanno definito la policy un buon inizio “dopo decadi di segretezza” sull’uso delle tecnologie di sorveglianza da parte delle autorità governative, sebbene si tratti di regole al momento non applicabili ai soggetti – tra le agenzie federali o le polizie locali – che abbiano già acquistato e messo in uso gli Stingray per le loro indagini.
Alfonso Maruccia