La nuova operazione è stata avviata dagli alti vertici del Department of Justice (DoJ) in collaborazione con la Immigration and Customs Enforcement agency (ICE). Gli agenti federali statunitensi hanno così posto sotto sequestro un nutrito gruppo di circa 130 domini web, tutti accusati di violazione sistematica di copyright e trademark .
Siti legati alla distribuzione illecita di beni contraffatti, sigillati dal governo di Washington nell’ambito della già nota Operation In Our Sites . Ovvero delle agguerrite strategie annunciate nell’estate dello scorso anno dalla cyberzarina Victoria Espinel e dal vicepresidente statunitense Joe Biden.
La testata specializzata TorrentFreak ha ora pubblicato la lista completa dei siti sequestrati. Ci sono domini legati alla contraffazione come pumabig.com e luoghi virtuali deputati alla condivisione illecita di software pirata (autocd.com) . Coinvolti solo quegli spazi web che hanno offerto agli utenti servizi a pagamento.
C’è chi ha subito tirato in ballo la proposta di legge nota come Stop Online Piracy Act (SOPA), che appunto prevede la chiusura di tutti i domini votati alla violazione del diritto d’autore o del marchio registrato. Come già accaduto in passato, i federali non hanno inviato alcun avvertimento ai gestori dei 130 siti sottoposti a sequestro .
Gli stessi vertici del DoJ avevano già sottolineato come i sigilli fossero necessari per proteggere leciti business e consumatori a stelle e strisce. Non erano mancate le critiche sull’effettivo grado di costituzionalità delle misure intraprese nell’ Operation In Our Sites . In particolare per la mancata comunicazione ai vari operatori dei domini incriminati.
Mauro Vecchio