Quanto vale il passaggio dai trojan horse software a quelli in hardware? Qualche migliaio di dollari, più o meno il costo dei cinque laptop nuovi recapitati a Joe Manchin, governatore del West Virginia che si è visto consegnare in ufficio il “regalo” non richiesto senza che si specificasse uno straccio di motivazione per il gesto .
I laptop, tutti HP (ma la scelta del marchio è probabilmente casuale), sono stati spediti all’inizio del mese di agosto ma non sono stati mai utilizzati. Il governatore e i suoi dipendenti hanno piuttosto controllato scrupolosamente gli archivi per verificare eventuali ordini pregressi, stabilendo infine che quei portatili non li aveva richiesti proprio nessuno.
I PC sono stati opportunamente consegnati alla polizia, e la questione ha assunto rilevanza nazionale quando sono emersi “regali” simili anche nel Vermont e nel Wyoming. L’indagine ha coinvolto dunque anche l’FBI, e in attesa di leggere l’epilogo della vicenda il responsabile per la sicurezza del Kyle Schafer mette le mani avanti confermando che le autorità non credono si tratti di “un gesto di buona volontà”.
Le analisi sin qui svolte non hanno rivelato la presenza di codice malevolo sui PC, per cui l’FBI è ora al lavoro con HP per stabilire da dove siano partiti quegli ordini e soprattutto a opera di chi. Il produttore dice di essere a conoscenza dell’accaduto, della probabile matrice truffaldina degli ordini e conferma la volontà di collaborare pienamente con le autorità per risolvere il mistero.
L’ipotesi al momento più accreditata e quella che descrive i laptop come una sorta “trojan hardware”, o più opportunamente hardware usato come cavallo di troia nel tentativo di penetrare negli ambienti governativi invogliando gli ufficiali a usare i PC. Anche se ognuno dei computer costasse 700 dollari, sostengono i consulenti di sicurezza, la possibilità di avere accesso ai dati amministrativi rappresenterebbe comunque un valore ben superiore per cyber-criminali e affini.
Alfonso Maruccia