La Missione USA al Parlamento Europeo è preoccupata dagli sviluppi imprevedibili che la bozza di risoluzione che sta per essere discussa dall’organo rappresentativo del Vecchio Continente. Ci sono implicazioni politiche nelle iniziative che il Parlamento potrebbe decidere di perseguire , che porrebbero in netto contrasto l’approccio d’Oltreoceano in fatto di regolamentazione del mercato con quello dell’Europa. E pure la stessa Google sembra spiazzata e ansiosa di conoscere quali saranno le decisioni prese a Bruxelles.
In una email inviata al Wall Street Journal , la Missione USA dice di “seguire con apprensione” l’evolversi della situazione, e ribadisce che “È importante che il processo di individuazioni di violazioni antitrust e potenziali rimedi sia basato su indagini oggettive e imparziali e non politicizzate”. Il riferimento è ai promotori della bozza di risoluzione, guidati da alcuni parlamentari tedeschi di area CDU con il sostegno di colleghi francesi, polacchi e spagnoli: la posizione in seno alla CDU, il partito del premier tedesco Angela Merkel, secondo il WSJ non sarebbe neppure unica su questa materia, e l’iniziativa intrapresa in Parlamento potrebbe essere anche un tentativo di forzare la mano e mettere la Commissione (l’organo che dovrà prendere realmentele decisioni) con le spalle al muro costringendola a imboccare un percorso invece di un altro.
Pochi giorni fa, però, il neo-commissario Margrethe Vestager aveva già annunciato di voler prendere tempo e di voler riascoltare tutte le parti prima di decidere come muoversi per quanto riguarda l’indagine antitrust aperta dai suoi predecessori: anche un portavoce del commissario agli affari digitali, Guenther Oettinger, è intervenuto per chiarire che al momento la Commissione non ritiene necessario ipotizzare lo scorporo del serch dalle attività di Google. Lo stesso commissario, secondo quanto riportato dai media tedeschi , ha escluso “disgregazioni o espropri” per venire a capo della situazione.
La polemica sembra destinata a montare nelle prossime ore e settimane. Google, da parte sua, ha scritto ai parlamentari UE per chiarire la propria posizione : “Questo tipo di decisione non è sostenuta dai risultati dell’indagine della Commissione o dalle conclusioni raggiunte da indagini simili della Federal Trade Commission negli USA” ha scritto Antoine Aubert, che guida la delegazione di Big G a Bruxelles, concludendo che qualsiasi iniziativa presa dalla UE “dovrebbe essere proporzionata al risultato di una rigorosa analisi legale ed economica” del mercato continentale.
Luca Annunziata