Washington – Comunicare meglio e garantire un più elevato livello di trasparenza. Viene giustificata così la proposta con cui si intende consentire la registrazione audio e diffusione online di ampie porzioni di un processo o della sua interezza, affinché in qualsiasi momento chiunque sia interessato possa esplorare deposizioni, arringhe e quant’altro.
L’idea arriva dalla Judicial Conference statunitense, un importante consesso consultivo ed amministrativo a cui, tra le molte cose, è delegata anche l’innovazione delle procedure nei tribunali.
Ad AP i vertici della Conference spiegano che la registrazione sarà esclusivamente volontaria e a discrezione dei giudici, sebbene ritengano che in tempi rapidi questo genere di strumento sarà impiegato da moltissimi.
Thomas F. Hogan, giudice e chairman della Conference, si augura che “gli sforzi della Judicial Conference vengano visti come un tentativo nel quale si cerca di rendere i procedimenti legali più completi e più trasparenti”.
Fin qui i maggiori applausi alla proposta non sono però arrivati dai giudici, che anzi spesso vantano tentativi di ridurre il più possibile la presenza di strumenti audio e video in aula, quanto invece dai giornalisti : c’è già chi si frega le mani ipotizzando di infilare nei propri siti web i podcast con deposizioni da dare in pasto all’opinione pubblica.