Un paio d’anni per appropriarsi di circa 150 account, una ventina di donne disseminate in tutto in mondo sotto ricatto: se non avessero consegnato al giovane cracker altre immagini di suo gradimento o non l’avessero intrattenuto su Skype, le avrebbe esposte al pubblico ludibrio, pubblicando gli scatti più imbarazzanti sul loro profilo social. Jared James Abrahams è stato ora condannato a 18 mesi di carcere.
Il 20enne studente di informatica aveva approfittato del noto RAT DarkComet per controllare la webcam del Macbook di una compagna di classe, nonché Miss Teen USA, la vittima più nota del suo schema estorsivo: inconsapevolmente monitorata, la ragazza era stata immortalata nei frangenti più intimi, e minacciata da Abrahams. Avrebbe pubblicato gli scatti rubati, se la giovane non si fosse piegata al suo volere.
Allo stesso modo Abrahams aveva agito con altre ragazze localizzate in tutto il mondo, dal Canada alla Russia: operando anche con la collaborazione di terzi per disseminare i tool di monitoraggio e per insinuarsi nei loro account, si era appropriato delle immagini più compromettenti e le aveva sfruttate per ottenerne di nuove.
Lo studente, che si è dichiarato colpevole di estorsione e di cracking, è stato condannato a 18 mesi di carcere. Un destino simile potrebbe spettare agli altri soggetti che hanno fatto irruzione nella vita privata di concittadini della Rete per racimolare elementi scabrosi su cui basare i propri ricatti, un comportamento che, negli States come in Italia , attecchisce anche grazie alla disinvoltura con cui i netizen affidano alla Rete i frammenti più personali della propria vita.
Il Dipartimento di Giustizia statunitense, nel commentare la condanna di Abrahams, snocciola consigli : è d’obbligo “prudenza nel postare immagini online o nell’inviarle a mezzo sistemi di comunicazione wireless (computer, telefono, tablet)”, sono raccomandati antivirus aggiornati, password complesse e attenzione nell’aprire allegati sospetti. Per scongiurare ogni rischio, suggeriscono poi le autorità statunitensi, “gli utenti dei computer dovrebbero coprire le loro webcam nel momento in cui non le utilizzino”.
Gaia Bottà