Era stata già smascherata in passato , trascinata da un’inchiesta giornalistica all’interno di quello che era stato descritto come il business dell’estorsione ai tempi del web 2.0 . Yelp – startup con sede a San Francisco che gestisce un noto sito in cui gli utenti possono recensire aziende, negozi e locali – dovrà ora fronteggiare in un’aula di tribunale l’impatto di una class action attesa da molti.
I punti salienti della causa sono così stati inviati presso una corte federale di Los Angeles, pubblicati anche su uno specifico sito web . Yelp avrebbe innanzitutto messo in atto alcune pratiche di mercato visibilmente scorrette, resasi disponibile a rimuovere determinate recensioni negative dietro pagamento di dollari fruscianti.
Nel dettaglio , a guidare la class action nei confronti di Yelp sono i vertici amministrativi della clinica veterinaria californiana Cats and Dogs , che avevano chiesto ai responsabili del sito di eliminare alcuni commenti non eccessivamente lusinghieri nei loro confronti. Anzi, recensioni dichiarate del tutto false, diffamatorie nei confronti dell’ambulatorio per pazienti a quattro zampe.
Gli amministratori di Yelp si sarebbero rifiutati di rimuovere i contenuti, avendo successivamente la premura di contattare i vertici della clinica. Chiedendo una cifra vicina ai 300 dollari al mese (220 euro circa) per provvedere prontamente ad eliminare qualsiasi nota di demerito fatta dai suoi utenti.
Stando a quanto scritto nel testo della class action, Yelp avrebbe messo in piedi una sorta di schema estorsivo, camuffando gli scambi di denaro con una serie di discorsi su contratti di natura pubblicitaria. I responsabili del sito di San Francisco hanno comunque respinto le accuse con estrema decisione, sottolineando come le recensioni degli utenti siano obiettive ed inevitabili per aziende e locali. Le accuse sarebbero quindi false, da contrastare con particolare aggressività.
Mauro Vecchio