Tre società specializzate nella produzione di film a luci rosse, unite nella causa legale al provider statunitense Verizon. I vertici di Malibu Media, Patrick Collins e Third Degree Films contro il fornitore di connettività a stelle e strisce, accusato di cattiva fede nella tutela della privacy di migliaia di abbonati con il vizietto del file sharing .
A scatenare l’ira dei pornografi, la resistenza di Verizon dopo una serie di subpoena – in questo caso il permesso firmato da un giudice per obbligare una piattaforma o un provider a consegnare i dati utili all’identificazione di uno o più scariconi – inviate per ottenere informazioni su numerosi utenti delle reti BitTorrent .
Ma i responsabili di Verizon non sembrano gradire quest’approccio così invasivo delle tre società della produzione pornografica. Dal momento che ad un singolo indirizzo IP non sempre corrisponde un vero colpevole , il rilascio coatto delle informazioni personali – nomi completi, email e così via – risulterebbe una evidente violazione della privacy.
Un provider come Verizon dovrebbe infatti tutelare la riservatezza dei suoi abbonati, non concedendo a terzi informazioni protette dal Primo Emendamento della Costituzione statunitense . È la posizione espressa dall’ISP, che ha poi ricordato il suo impegno anti-pirateria nel quadro dei six strike sul modello francese.
Ovviamente diverso il parere dei tre studio a luci rosse: Verizon andrebbe a guadagnare dalle attività di scaricamento illecito dei suoi abbonati . La loro tutela nasconderebbe in realtà un desiderio di profitto, dal momento che le reti di file sharing rappresenterebbero una succulenta opportunità per i grandi provider negli States .
Mauro Vecchio