A rivelarlo è una recente analisi pubblicata da un gruppo di ricercatori della Columbia University : quasi il 50 per cento degli adulti statunitensi ha acquistato o scaricato contenuti audiovisivi in violazione del copyright . Una percentuale lievitata al 70 per cento tra gli intervistati da 18 a 29 anni.
I risultati sono stati inseriti all’interno del report Media Piracy In Emerging Economies , ottenuti dai ricercatori statunitensi a partire da un campione di 2300 adulti a stelle e strisce. Se i pirati oltreoceano sembrano non disdegnare i canali illeciti, le quantità medie di contenuti scaricati non hanno fatto registrare numeri clamorosi.
Solo il 2 per cento degli adulti ha infatti accumulato più di 1000 file nelle collezioni di musica sui vari dispositivi elettronici . Mentre l’1 per cento degli intervistati ha ammesso di aver ammassato più di 100 film. Livelli bassi anche per l’appropriazione indebita di copie piratate dei videogiochi per console .
Lo studio ha poi offerto altri risultati interessanti a proposito dei comportamenti degli utenti a stelle e strisce. Circa la metà dei pirati ha ammesso di scaricare decisamente meno con l’avvento di piattaforme legali a prezzi contenuti . Il 72 per cento degli intervistati si è detto contrario a misure estreme anti-pirateria, come ad esempio le disconnessioni in salsa francese.
Ecco perché il livello medio di gradimento del nuovo Stop Online Piracy Act ( SOPA ) si è assestato su percentuali basse, con il 52 per cento del campione convinto che avvertimenti e sanzioni pecuniarie – comunque sotto i 100 dollari per brano scaricato – bastino per colpire a dovere la violazione del diritto d’autore sulle nuove reti elettroniche.
Mauro Vecchio