Washington – Gli spioni telematici di stato, sistemi automatizzati ben noti e tenuti altamente in considerazione da parte dell’attuale amministrazione Bush, hanno incassato l’ennesima attestazione giuridica di legittimità in un caso legale recentemente venuto alla conclusione nella West Coast: agenti della Drug Enforcement Administration (DEA) hanno monitorato i dati informatici di un ufficio di Escondido, California, presunto centro di controllo di un’attività di produzione di metanfetamine. Le comunicazioni erano protette con notori servizi per il rafforzamento della privacy , ragion per cui è stato non solo necessario replicare il contenuto degli hard disk, ma anche installare un keylogger in grado di catturare e trasmettere ad un server remoto quanto digitato sulla tastiera.
La necessità del keylogger, ha sostenuto l’agente Greg Coffey, è stata dettata dal fatto che Mark Forrester e Dennis Alba, i boss del narcotraffico a cui la DEA ha dato scacco, usavano il software PGP per codificare le informazioni in modo da rendere l’intercettazione praticamente impossibile , assieme al servizio di web mail cifrato Hushmail . Viste le misure di sicurezza impiegate, gli investigatori necessitavano di un “accesso significativo e in tempo reale” ai sistemi dell’ufficio per raccogliere le prove necessarie.
In conseguenza alle indagini, una sentenza del 26 maggio 2005 ha condannato Forrester e Alba a 30 anni di carcere. Purtroppo per il lavoro della DEA, tale sentenza è stata rovesciata dalla decisione della Corte d’Appello del Nono Distretto emessa agli inizi di luglio, che annulla la condanna di Forrester – che peraltro rischia anche un altro processo – e parzialmente anche quella di Alba. Il pronunciamento della corte è nondimeno importante perché tra le altre cose stabilisce la legittimità dell’azione di spionaggio e keylogging dell’agenzia antidroga .
In passato negli USA ci sono già stati casi di componenti cattura-informazioni usati da privati messi poi sulla graticola o finiti in carcere , ma le cose sono evidentemente diverse quando a spiare sono le forze di polizia federali: nel caso della linea DSL di Escondido, gli agenti non hanno commesso reato, sostengono i giudici, perché ad essere intercettati – per mezzo di un port mirroring gestito attraverso la connessione messa a disposizione dalla baby bell Pacific Bell a San Diego – sono stati soltanto gli header dei messaggi email e gli indirizzi IP, informazioni che non si possono considerare soggette alle regole della privacy perché gli utenti sono pienamente consapevoli del fatto che esse vengono trasmesse sul network e possono essere registrate o controllate in ogni momento.
Alfonso Maruccia