Il controllo dei genitori sulla vita dei propri figli può essere così serrato da costringere le giovani vittime a compiere gesti inaspettati. È quanto accaduto ad Aubrey Ireland, 21enne studentessa universitaria statunitense, la quale ha denunciato i propri genitori per stalking.
Dopo aver esaminato le ragioni della giovane donna, i giudici hanno disposto una condanna per le parti chiamate a rispondere delle misure di sorveglianza eccessive sulla vita della propria figlia: David e Julie Ireland dovranno mantenere una distanza di 500 piedi (circa 180 metri) dall’Università di Cincinnati dove studia Aubrey, con la quale dovranno interrompere i contatti per un anno . I due sono stati puniti per aver installato un software per il tracciamento dei dati sul telefono cellulare e sul PC della ragazza, arrivando a esaminare la cronologia dei siti Internet visitati.
I coniugi Ireland si sono spinti fino al punto di presentarsi senza preavviso nel college di Cincinnati nonostante l’elevata distanza che separa l’Ohio dalla casa della famiglia Ireland, accusando la propria figlia di fare uso di droghe, di essere promiscua e di soffrire di disturbi emotivi. Un comportamento che la giovane studentessa di musica ha deprecato davanti ai giudici, sostenendo di essere stata ingabbiata e allo stesso tempo diffamata dai suoi genitori .
Le ragioni di Aubrey sono dunque state supportate dalla corte e dai vertici dall’Università di Cincinnati, costretti ad assumere delle guardie del corpo per mantenere i genitori lontani dalla propria figlia. E quando la studentessa avrebbe interrotto i contatti con la propria famiglia, David e Julie Ireland si sarebbero rifiutati di pagare la retta dell’università.
Cristina Sciannamblo