Il giudice Lucy Koh del Distretto Nord della California, uno dei fori che ha sempre mostrato preferenza per l’accusa nei casi di denuncia per violazione di proprietà intellettuale, ha dato parziale ragione ad Apple che aveva puntato il dito contro Samsung.
Presso la corte statunitense Cupertino contestava alla coreana di aver impiegato nei dispositivi della linea Galaxy tecnologie Apple , relative all’interfaccia utente TouchWiz e a proprietà intellettuale legata al design e alla confezione dei device. Uno dei momenti più cinematografici del processo ha visto il giudice Koh sollevare un iPad e un Galaxy, chiedendo agli avvocati Samsung di riconoscere il dispositivo Android e ottenendo una risposta (esatta) solo dopo qualche tempo e solo da uno di essi.
Alla fine, secondo il giudice i brevetti e i brevetti di design contestati da Apple sembrerebbero effettivamente violati dai prodotti Samsung. D’altra parte, il giudice ha anche detto che Cupertino deve dimostrare che tali titoli di privativa siano effettivamente validi , questione che non ritiene affatto scontata. Anche per questo, ha rifiutato di bloccare le importazioni dei prodotti considerati in violazione : Apple aveva chiesto l’ingiunzione per la violazione dei suoi “brevetti di utilità” e ancora non per quelli di design, per cui il giudice si potrebbe riservare una decisione differente.
Proprio sulla linea dell’invalidità dei brevetti Apple si sta muovendo ora il team legale di Samsung. Alla stessa corte, poi, la coreana aveva già depositato una controdenuncia con cui contesta a Cupertino la violazione di 10 suoi brevetti , in generale relativi a tecnologia wireless.
Apple ha colto l’occasione di questa prima parziale sentenza statunitense favorevole per dire che “non è una coincidenza che gli ultimi prodotti Samsung assomiglino molto a iPhone e iPad, sia nella forma dell’hardware, sia nell’interfaccia utente che addirittura nel packaging”. Non abbandonando l’atteggiamento particolarmente aggressivo, Cupertino aveva peraltro chiesto alla corte australiana che gli aveva già concesso un’ingiunzione contro le importazioni di Galaxy Tab 10.1 di costringere Samsung a mostrargli i suoi prossimi prodotti , per scongiurare il rischio di ulteriori “copie” indebite di suoi dispositivi o versioni del tablet incriminato con nomi diversi. La richiesta, tuttavia, è stata stavolta respinta .
Claudio Tamburrino