Smantellata dalle autorità statunitensi una serie di campagne per il finanziamento dei terroristi tramite la raccolta di criptovalute. Il comunicato parla del “più grande sequestro di sempre di moneta virtuale in questo ambito”. Il denaro era destinato ad Al Qaida, ISIS e al-Qassam, quest’ultimo braccio armato di Hamas.
Terrorismo e criptovalute: maxi-operazione USA
L’operazione è frutto del lavoro coordinato di IRS (Internal Revenue Service), HSI (Homeland Security Investigations) e FBI (Federal Bureau of Investigation). Bloccati un totale pari a oltre 150 account ai quali erano state inviate somme anche da residenti negli Stati Uniti ora oggetto di mandati di perquisizione. Mossa inoltre l’accusa di riciclaggio nei confronti di due cittadini turchi ritenuti responsabili delle raccolte fondi.
Nell’immagine qui sotto, pubblicata dal Dipartimento di Giustizia statunitense, tre guerriglieri reggono un cartellone in cui si invita a sostenere la causa dei mujaheddin tramite donazioni in Bitcoin da destinare all’acquisto di armi e ad altri “progetti” a supporto della jihad. Per non far mancare nulla ci sono anche l’indirizzo del wallet, i contatti social e un numero di WhatsApp.
Parte del denaro finiva nelle casse delle organizzazioni terroristiche anche grazie a una serie di truffe come quelle messe in campo per far leva sulla corsa all’acquisto di mascherine in tempo di crisi sanitaria. Qui sotto (sempre dal comunicato delle autorità USA) lo screenshot della homepage di un sito che proponeva la vendita dei dispositivi di protezione inviduale.
Ammonta a circa due milioni di dollari la cifra sequestrata, non è dato a sapere se interamente in Bitcoin o in diverse criptovalute. Al termine del caso la somma potrebbe essere in parte o totalmente destinata al Victims of State Sponsored Terrorism Fund.