Nelle aule dei tribunali statunitensi va consumandosi giorno per giorno una nuova battaglia, che poco o nulla ha a che vedere con la legge, ma che ha spesso richiesto delle normative interne volte ad arginare quello che da molti viene visto come un problema: protagonisti sono i giurati, che troppo spesso vengono pizzicati durante le udienze a far ricorso a palmari e smartphone, costruendo un ponte digitale utile non solo a far trapelare dettagli salienti, ma anche a reperire informazioni sul caso.
Ultima nell’ordine di tempo è la Corte Suprema del Michigan che, in seguito ad alcuni casi in cui un non meglio precisato numero di membri della giuria si son lasciati andare in cinguettii su Twitter e altri social network, ha varato una nuova normativa che vieta l’utilizzo di qualsiasi forma di dispositivo elettronico in aula . L’entrata in vigore delle nuove regole è prevista per il primo giorno di settembre del 2009.
Una volta introdotto con successo il nuovo regolamento, i giurati non potranno più usare dispositivi elettronici all’interno delle aule, mezzo spesso usato per avere riscontri esterni durante le arringhe. Non sono infatti mancate accuse a giurati sorpresi a cercare su Google notizie relative al caso durante le udienze o nei periodi di pausa in aula, azione che non è tollerata dal sistema giudiziario e che – stando alle cronache – spesso è stata utilizzata dagli avvocati per tentare di dimostrare come alcuni giurati si fossero espressi anzitempo.
La decisione della Corte Suprema del Michigan, che si allinea a quelle già prese in altri stati, sembra destinata a fare proseliti, dal momento che sembrano essere in molti a credere che lo strumento tecnologico possa intaccare l’imparzialità dei giurati : “Il potenziale di manomissione della giuria è incredibile” commenta Josh Marquis, membro della Board of Directors della National District Attorney’s Association. “Tutto quello che c’è da sapere – continua – è il numero di telefono del giurato”.
Stando alle disposizioni vigenti negli Stati Uniti, per tutto il periodo del processo i giurati sono espressamente tenuti a non discutere in qualsiasi forma o contesto dettagli relativi alla causa in corso sin quando non si giunge al verdetto finale. Secondo l’opinione delle varie commissioni che introducono norme simili, avere un account pubblico sui vari social network non solo rischia di portare il giurato a fornire informazioni che dovrebbero rimanere all’interno dell’aula, ma lo rende anche più esposto a possibili tentativi utili ad accaparrarsi la sua benevolenza.
In attesa di ulteriori dettagli previsti per l’effettiva entrata in vigore della normativa, il sistema giudiziario dovrà risolvere un diverso problema, ovvero quello dei giudici poco avvezzi alla tecnologia e alle dinamiche della comunicazione online, che a detta di chi ha studiato la nuova risoluzione, potrebbero trovarsi in difficoltà nel comprendere l’entità e l’importanza del provvedimento stesso.
Vincenzo Gentile