Nella lista sono finiti giganti del video sharing come YouTube, insieme al retailer online Amazon e al social network MySpace. I vertici dello U.S. Pacific Command hanno così ordinato il blocco di 13 spazi web all’intero dei propri network in terra nipponica , per aiutare certe aree del Giappone a riappropriarsi di Internet.
La devastazione nel Sol Levante aveva infatti messo KO alcune infrastrutture di rete, lasciando senza connettività numerose aree. I network militari faranno così a meno delle programmazioni radio di Pandora e del canale sportivo ESPN. A finire nella speciale blocklist sono quei siti in genere avidi di banda .
“È una risposta in una fase di particolare esigenza – ha spiegato un portavoce dello U.S. Pacific Command – Il blocco sarà temporaneo e potrebbe essere allargato o ristretto a seconda delle necessità. Abbiamo deciso di metterlo in atto per facilitare i tentativi di recupero in Giappone. Proviamo a fornirgli quante più strade possibili”.
A sorpresa, il gigantesco social network Facebook non è stato inserito nella speciale lista stilata dai militari statunitensi. I soldati impegnati in Giappone avrebbero cioè bisogno di rimanere in contatto con i propri familiari , soprattutto in un momento di emergenza nel paese asiatico.
Nel frattempo, lo staff tecnico di Telstra International pare riuscito a ripristinare i servizi collegati al suo cavo sottomarino verso il Giappone. L’operatore taiwanese Chunghwa Telecom sta ancora cercando di risolvere i notevoli problemi che hanno afflitto i suoi cavi in collegamento con il paese del Sol Levante.
Mauro Vecchio