Milano – Non sarà rinnovato l’accordo tra ISP, detentori dei diritti e major che aveva importato negli USA il sistema degli avvisi partorito in Francia, ai tempi di Sarkozy premier, conosciuta come HADOPI. Niente più avvisi provenienti dal Copyright Alert System (CAS) a chi viene pizzicato a scaricare materiale protetto da copyright da fonti non autorizzate, un sistema su sei passaggi che non prevedeva disconnessioni ma solo rallentamenti e che dopo l’iniziale clamore è finito rapidamente nel dimenticatoio.
L’obiettivo di MPAA, RIAA e tutti gli altri detentori dei diritti che avevano sostenuto l’iniziativa era chiaro : educare gli utenti al rispetto del copyright e indirizzarli verso fonti lecite per procurarsi il materiale. Evidentemente l’intento catartico e formativo non è stato particolarmente efficace : non è stata fornita alcuna spiegazione ufficiale al riguardo del mancato rinnovo, ma si tratta evidentemente di una tacita accettazione della scarsa efficacia di questo sistema per la dissuasione .
Va preso in considerazione anche un altro fattore: da 4 anni a questa parte, quando cioè il sistema dei six strikes è stato lanciato, sono cambiate anche moltissimo le abitudini degli utenti che sempre più si rivolgono a sistemi di streaming (per lo più legali) per guardare e ascoltare i contenuti. Netflix, Spotify, Pandora, Apple Music, Amazon Video, in Italia ci sono anche Infinity di Mediaset e offerte degli ISP tra cui quella di TIM denominata TIM Vision. Il jukebox celestiale, la videoteca infinita, è una realtà: i prezzi contenuti, una decina di euro al mese per ciascuno di questi servizi, basta a soddisfare la maggior parte degli appetiti. Tutti questi servizi costituiscono ormai una fonte significativa del fatturato di major e compagnia.
Inoltre, il CAS era stato concepito nell’epoca in cui era il P2P lo strumento d’elezione per la condivisione dei file tra gli utenti : eMule, Torrent e ogni altro ritrovato analogo in questi anni hanno lasciato spazio allo streaming diretto da Internet. Il sistema non era stato concepito per tenere dietro a questo cambio di abitudini e tecnologia, dunque non è più adatto a gestire l’attuale incarnazione della cosiddetta pirateria.
La mancanza di un successore designato del sistema CAS tuttavia appare come una amara conclusione per un accordo che ha richiesto anni per venire negoziato e firmato: il problema è che, come ammesso proprio dal vertice di MPAA su Variety , il CAS si rivela estremamente inefficace con i soggetti che sono scaricatori convinti e che costituiscono il vero “danno” per l’industria dei contenuti. Chi è uno scaricatore occasionale, chi cioè si ritrova ad attingere a fonti non ufficiali per un singolo contenuto in una occasione particolare, non ha bisogno di essere (ri)educato dagli avvisi ripetuti del sistema, e comunque non subirà particolari conseguenze sia che il Copyright Alert System sia in vigore, sia che venga dismesso e rimpiazzato da qualcos’altro.
Luca Annunziata