Gli Stati Uniti hanno interrotto la raccolta a strascico dei metadati relativi alle conversazioni telefoniche, una pratica incardinata sulla Sezione 215 del Patriot Act sui cui abusi ha fatto luce la prima delle rivelazioni di Edward Snowden, nel giugno 2013.
La raccolta indiscriminata dei metadati, dichiarata illegale dalla giustizia statunitense e ammorbidita in una più blanda disciplina di data retention dalla riforma del Patriot Act approvata nel mesi scorsi sotto il nome di USA Freedom Act, si è conclusa nella notte tra il 28 e il 29 novembre, secondo i piani . L’Office of the Director of National intelligence (ODNI) lo ha confermato : d’ora in poi saranno gli operatori a conservare i metadati delle sessioni telefoniche, e l’intelligence vi potrà accedere sulla base di un più rigido e controllato sistema di autorizzazioni.
Da questo momento in poi, il governo potrà richiedere al tribunale FISA l’accesso a queste informazioni solo se farà riferimento a un preciso soggetto , o ai suoi dati identificativi, o ad un preciso terminale, dimostrando che sia sospettato di essere collegato ad operazioni di terrorismo internazionale, così da limitare la portata dei dati che l’intelligence può consultare, e tenerne traccia per scongiurare gli abusi.
Lo sconfinato archivio in mano della NSA, accumulato negli anni, sarà progressivamente smantellato : l’intelligence non può più accedervi, se non per scopi meramente tecnici, e per il momento dovranno essere conservate le informazioni rilevanti nel contesto di processi ancora in corso.
“C’è ancora bisogno di poter individuare le comunicazioni tra i terroristi che si trovano all’estero e gli individui con cui sono in contatto negli USA”, spiega l’ODNI, e le disposizioni dello USA Freedom Act, rispetto al Patriot Act, permettono di farlo “rafforzando la protezione della privacy per tutti i cittadini americani”.
Non tutto il mondo politico statunitense, però, sembra d’accordo rispetto alle tutele della sicurezza nazionale offerte dalla riforma: all’indomani degli attentati di Parigi, nello stesso clima di terrore che è seguito all’11 settembre e che ha dato vita al Patriot Act, erano tornare a fermentare delle proposte per rimandare la fine della raccolta a strascico dei metadati telefonici. Alcuni osservatori sottolineano che i sostenitori del tecnocontrollo non dovrebbero in ogni caso temere alcun indebolimento degli strumenti di monitoraggio: il quadro normativo statunitense aggiornato allo USA Freedom Act, nonostante le promesse di rispetto della privacy e trasparenza, garantirebbe all’intelligence sufficiente libertà di azione per continuare a sorvegliare .
Gaia Bottà