Richmond (USA) – Buone notizie negli Stati Uniti per Microsoft: una Corte d’Appello ha infatti stabilito che alcune decine di soggetti non possono chiedere i danni alla softwarehouse di Redmond anche se hanno pagato più del dovuto per il sistema operativo e i software dell’azienda pre-installati sui PC che hanno acquistato.
La questione si riallaccia al procedimento antitrust che ha stabilito l’abuso di posizione dominante di Microsoft sul mercato dei sistemi operativi negli States, e tra le conseguenze di questo, il fatto che molti clienti abbiano potuto rivendicare di aver pagato le licenze Windows più di quanto avrebbero dovuto.
La Corte d’Appello di Richmond ha stabilito che le sentenze di primo grado pronunciate in precedenza sono legittime e prevedono che 26 ricorrenti, perlopiù società di grandi dimensioni, non possano chiedere “danni moltiplicati” all’azienda, non avendo acquistato direttamente da Microsoft, ma da rivenditori di PC con software pre-installato.
La questione non è peregrina: la distinzione impedisce infatti ai ricorrenti di portare le richieste danni alla quota stratosferica di 10 miliardi di dollari, perché è inibita loro la possibilità di affermare di aver subìto non solo un prezzo ingiusto, ma anche il danno derivante dal non aver potuto fruire di un potenziale software concorrente che avrebbe potuto essere superiore per rendimento a Windows.
In passato Microsoft, in accordo con i tribunali di altri stati federali, ha attivato programmi di rimborso che hanno consentito a privati ed aziende che si fossero ritenuti danneggiati, di ottenere forti sconti sull’acquisto di software di qualsiasi altro produttore o della stessa Microsoft.