Identificare il titolare di un numero telefonico è normalmente possibile, se questo è inserito in una directory pubblica e se l’utente ha acconsentito alla pubblicazione dei propri dati. Ma negli USA c’è ReversePhoneDetective.com , un servizio che si spinge oltre, promettendo l’accesso ad un database di milioni di numeri telefonici fissi, mobili e persino non pubblicati nelle directory.
ReversePhoneDetective.com viene presentato come un gateway di ricerca avanzato, contenente dati che – si legge nella pagina delle FAQ – sono stati raccolti attraverso fonti di informazione pubbliche, broker e altre fonti, queste sì, riservate .
Sempre sul sito del servizio è possibile leggere una spiegazione della sua utilità. ReversePhoneDetective.com sarebbe prezioso “per individuare il titolare di un numero telefonico di cui si è ricevuta o persa la chiamata”, “conoscere l’indirizzo di qualcuno di cui si ha il numero”, “identificare il titolare di un numero apparso in bolletta” (e quindi effettivamente chiamato), ma anche finalità più fantasiose e di dubbia liceità, come “localizzare un vecchio compagno di scuola”, “indagare su un numero sospetto trovato sul telefono di qualcuno”.
Un servizio per (impiccioni) curiosoni, insomma, che non fornisce alcuna notifica di ricerca agli utenti indagati (soprattutto a coloro il cui numero telefonico non è inserito in elenchi pubblici). Il detective telefonico sembra effettivamente efficace, almeno per numeri telefonici USA, anche se in alcuni casi – principalmente numeri verdi, oggettivamente pubblici, ma non solo – ha fatto cilecca. Segno che il database non è completo, o che comunque deve essere ulteriormente migliorato.
E se qualcuno scoprisse di essere presente nel database del detective e volesse rendersi irreperibile? Nessun problema: ReversePhoneDetective.com consente la rimozione gratuita dei dati personali di chi ne fa richiesta e per 4,95 dollari aggiunge la possibilità di essere depennati anche da 44 database utilizzati dall’investigatore telefonico come fonte dei propri dati.
E se la privacy non dovrebbe essere a pagamento, il servizio nei fatti potrebbe risparmiare all’utente il tempo da dedicare alla ricerca degli archivi che contengono il suo nominativo e alle relative richieste di cancellazione.
Dario Bonacina