È stato formalmente accusato di aver collaborato con il nemico, attentato alla sicurezza nazionale con il rilascio delle informazioni riservate al sito delle soffiate Wikileaks . A Fort Meade è andato in scena il delicato processo all’ex-militare statunitense Bradley Manning, meglio conosciuto al mondo come la talpa del sito di Julian Assange.
Un totale di 22 capi d’accusa a pendere sulla testa di Manning, che ha ora rifiutato di dichiararsi colpevole piuttosto che innocente . Una strategia suggerita dal suo avvocato David Coombs, che sta cercando di prendere tempo in vista di una linea di difesa chiara e combattiva.
Lo stesso Manning ha inoltre rinunciato alla facoltà di scegliere tra una giuria militare e il verdetto di un singolo giudice . Per la connivenza con il nemico è prevista la pena capitale. Appare però più probabile che – se condannata – la talpa di Wikileaks possa passare il resto della sua vita in carcere. (M.V.)