USA, tutti uniti per le batterie

USA, tutti uniti per le batterie

Un consorzio per produrre accumulatori efficienti ed economici per le auto verdi di domani. Richiesto un finanziamento federale di un miliardo di dollari
Un consorzio per produrre accumulatori efficienti ed economici per le auto verdi di domani. Richiesto un finanziamento federale di un miliardo di dollari

Costruire batterie di nuova generazione per le auto elettriche del prossimo futuro, riconquistando terreno in un settore di strategica importanza. Con questo obiettivo, quattordici tra i maggiori produttori di tecnologia degli Stati Uniti si sono appena uniti in consorzio, chiedendo al governo federale un finanziamento da un miliardo. I soldi dovrebbero servire alla costruzione di un impianto di produzione all’avanguardia.

In futuro, spiegano gli esperti, le tecnologie collegate alla progettazione e alla costruzione delle batterie per auto elettriche potrebbero assumere un’importanza strategica comparabile a quella che il petrolio ha oggi. Solo che, come racconta il Wall Street Journal , gli Stati Uniti hanno accumulato un consistente ritardo nella ricerca e nella manifattura degli apparecchi a ioni di litio, la tecnologia chiave in questo settore.

In realtà, si spiega in un report scientifico ripreso dallo stesso WSJ , gran parte delle tecnologie impiegate nelle batterie a ioni di litio attuali sono state concepite e sviluppate da aziende statunitensi. Solo che, dopo un lungo periodo di predominio, le corporation a stelle e strisce si sono progressivamente allontanate dal comparto, che non ritenevano più sufficientemente redditizio. A questo punto, il loro posto è stato preso dalle aziende dell’estremo oriente, che impiegano le batterie per rifornire il contiguo mercato della consumer electronics. Ora, in ragione della specializzazione acquisita e dei più ridotti costi di manodopera, il vantaggio competitivo asiatico continua a crescere: in Cina esisterebbero oltre 40 fabbriche specializzate nelle tecnologie a ioni di litio, contro nessuna negli Stati Uniti.

Da qui la spinta alla creazione del raggruppamento, cui hanno già aderito grandi realtà come 3M, Johnson Controls, Enersys, nonché i principali laboratori di ricerca federali. La scelta consortile consente di abbattere parte degli costi di R&D e produzione delle nuove batterie – inavvicinabili per le singole aziende – e aumenta anche la probabilità di finanziamento pubblico, giacché mette l’amministrazione in condizione di concentrare tutti i fondi su un singolo progetto, senza per questo scontentare nessuno.

Dal punto di vista operativo, lo snodo fondamentale del programma è la costruzione di un sito produttivo centralizzato dove realizzare le componenti base delle batterie a ioni per tutti i soci del consorzio. Da qui, i semilavorati verrebbero poi inviati alle fabbriche delle singole aziende, che provvederebbero a innestare su di essi i circuiti elettronici e gli altri add-on necessari per la commercializzazione. Per far partire l’impianto consortile, stimano i progettisti, dovrebbero essere necessari tra 1 e 2 miliardi di dollari.

Le batterie a ioni di litio, documenta Cnet , sono le componenti più costose nella realizzazione di automobili elettriche, da cui l’esigenza dei produttori statunitensi di raggiungere un sufficiente grado di autonomia nella loro realizzazione. Il produttore cinese BYD ha recentemente annunciato la volontà di esportare negli USA i propri modelli di auto a corrente, mentre quelli di Ford e General Motors non saranno in commercio fino al 2010.

Solo la scorsa settimana, l’ex CEO di Intel Andy Grove aveva denunciato la necessità per le aziende americane di investire in modo più convinto sulle energie verdi per l’ automotive . Secondo Grove, anche la stessa Intel potrebbe trarre vantaggio dalla partecipazione a questo tipo di iniziative, sopratutto in un’ottica di diversificazione del proprio business.

Giovanni Arata

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Pubblicato il
19 dic 2008
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