Apple, IBM, Activision Blizzard, Nokia, HP, Verizon ed alcuni membri del Congresso degli Stati Uniti si sono schierati dalla parte di Microsoft e contro il possibile bando della console Xbox: come già FTC, ritengono necessario limitare la possibilità di bandi soprattutto nel caso in cui siano coinvolti brevetti legati a standard tecnologici .
Continuano così ad accavallarsi opinioni circa il possibile blocco da parte dell’ITC delle importazioni di Xbox negli Stati Uniti e in generale della proporzionalità di tale provvedimento come misura pregiudiziale nei casi concernenti violazioni brevettuali.
Xbox rischia di vedersi fermata alla frontiera a stelle e strisce per la denuncia depositata da Motorola nei confronti di Microsoft per violazione di quattro suoi brevetti relativi al video encoding presso l’ International Trade Commission (ITC), l’organo federale che ha il potere di bandire prodotti in supposta violazione brevettuale.
La prima a muoversi criticando la possibilità del blocco è stata la Federal Trade Commission ( FTC ), che ha chiesto all’ITC di limitare le ingiunzioni che arrivano a bloccare le importazioni per la presunta violazione di brevetti, in particolare nel momento in cui sono legati a standard tecnologici.
Ora, a supporto della sua posizione, si sono pronunciati diversi membri del Congresso USA ed importanti aziende ICT come Nokia, HP e Verizon: secondo queste le dispute con al centro tecnologie standard dovrebbero riguardare solo la natura più o meno ” Fair, Reasonable And Non-Discriminatory ” ( FRAND ” – cioè giusta, ragionevole e non discriminatoria) delle condizioni di licenza offerte dall’avente diritto e dovrebbero quindi essere affrontate solo davanti ai giudici federali che hanno il potere di decidere eventuali multe monetarie ma non di bandire un prodotto, come invece può fare l’ITC.
Nello specifico, poi, Apple ha riferito che qualsiasi ordine di esclusione dal mercato emesso nei confronti di Microsoft “minerebbe significativamente il processo di costruzione di standard tecnologici, frustrando il principio dei termini di licenza FRAND”; Activision, Nokia, HP e Cisco hanno ricordato che “l’interesse pubblico supera di gran lunga le preoccupazioni di Motorola” e che oltre a Microsoft la misura lederebbe tutti coloro che hanno licenziato tecnologie a Microsoft o offrono componenti o giochi a Xbox .
Particolarmente interessante, poi, il discorso di IBM che, oltre a sottolineare come anche il giudice abbia avuto dubbi sull’effettiva buona fede di Motorola durante le negoziazioni delle licenze dei brevetti legati agli standard, spiega come Motorola in realtà non abbia alcun prodotto in diretta concorrenza con Xbox 360 e quindi da tutelare con un’eventuale esclusione dal mercato.
Claudio Tamburrino