Un emendamento al Financial Reform Bill , recentemente approvato dalle autorità statunitensi per obbligare i principali produttori di gadget tecnologici a svelare i loro sporchi segreti . Segreti inconfessabili, relativi a quelli che già erano stati definiti conflict minerals .
Minerali rari o preziosi come il tantalio , utilizzato nella produzione di alcuni tipi di condensatori. O come lo stagno, sfruttato per la saldatura dei vari componenti elettronici che formano l’ossatura high-tech di computer e smartphone. Aziende del calibro di Apple e RIM dovranno in sostanza informare, con cadenza annuale, sulla esatta provenienza del materiale impiegato.
Nello specifico , i vari produttori dovranno assicurare alla Securities and Exchange Commission statunitense che questi minerali non provengano dalle miniere africane del Congo , dove numerose bande armate sfruttano il lavoro della popolazione per garantirsi una fondamentale fonte di guadagno.
E, negli obiettivi del governo statunitense , c’è proprio quello di soffocare questa stessa fonte di guadagno, assicurandosi che le varie aziende tecnologiche non utilizzino i cosiddetti conflict minerals per la produzione di smartphone e compagnia. Una legge che – almeno secondo il vicepresidente di HP – renderà inoltre più trasparenti le stesse attività di produzione .
Ma l’obiettivo numero uno del governo di Washington rimane sempre quello di indebolire i guerriglieri congolesi, nel tentativo di porre fine ad una delle più longeve e sanguinose guerre civili sul pianeta. C’è tuttavia chi ha sottolineato come il sostentamento di circa 1 milione di persone in Congo dipenda attualmente proprio dall’estrazione di minerali.
Mauro Vecchio