Il Dipartimento di Giustizia (DoJ) statunitense vuole costringere un produttore di smartphone a sbloccare il terminale di un sospetto protetto da password, e per farlo si è richiamato all’ All Writs Act , una legge risalente al 1789.
La legge in questione dovrebbe garantire alle autorità giudiziarie federali una collaborazione forzata dell’azienda coinvolta, o una “ragionevole assistenza tecnica” nello sbloccare un terminale su cui potrebbero essere archiviate prove inerenti un caso di frode.
Emanare un ordine sulla base dell’All Writs Act non è un’operazione inusuale per il DoJ, ha spiegato il portavoce dell’Avvocatura federale James Margolin, e comunque non garantisce lo sblocco del cellulare visto che, dopo i recenti cambi di policy dei principali produttori di sistemi operativi mobile (Apple e Google), agli smartphone recenti (o aggiornati alle versioni più recenti dei relativi OS) viene garantita una protezione maggiore e sotto la piena responsabilità dell’utente.
Per quanto riguarda l’azienda coinvolta nel nuovo caso di ordine All Writs, invece, non vi è nulla di certo ma la richiesta di assistenza del DoJ sarebbe indirizzata a un “produttore” di smartphone, e l’unico marchio che gestisce la filiera produttiva dei propri terminali mobile sia per il software che per l’hardware è Apple.
Le tecnologie di protezione dei dati disponibili sugli smartphone recenti è da tempo una questione molto dibattuta, con le forze dell’ordine che spingono per la collaborazione forzata delle corporation – e l’eliminazione della crittografia lato-utente sui terminali – e le autorità giudiziarie che oscillano tra la riaffermazione dei diritti costituzionali e la coercizione a spifferare password o prestare impronte digitali per lo sblocco.
Alfonso Maruccia