Il mobile Web occupa una parte significativa della giornata di molte persone. E per un terzo della popolazione statunitense il primo contatto con i gadget precede il primo caffè della giornata: secondo una ricerca di Ericsson ConsumerLab , il 35 per cento dei cittadini d’Oltreoceano inizia a smanettare con le app del proprio telefono prima di mettere i piedi fuori dal letto.
Secondo i dati emersi, il 18 per cento dei consumatori utilizza applicazioni relative ai social network, il 10 per cento naviga col proprio smartphone durante il viaggio per raggiungere il posto di lavoro, il 34 per cento in serata, mentre il 20 per cento prima di addormentarsi.
Secondo gli autori della ricerca, il dato interessante attiene al comportamento dei consumatori che sarebbe cambiato con il sopraggiungere di gadget mobile quali smartphone e tablet. “Prima della comparsa degli smartphone, i consumatori tendevano a usare Internet a grossi bocconi : confinavano le attività su Internet a quando avevano l’opportunità di sedersi di fronte a un computer”, si legge. “Gli smartphone permettono alle persone di andare online ogni volta che hanno l’impulso di farlo. L’accesso alla Rete è così diventato più spontaneo e non programmato”.
E un’altra interessante valutazione riguarda il consumo delle applicazioni. Secondo Michael Björn, a capo del team di ricerca, le app agiscono sul fronte emozionale : “I consumatori diventano affezionati a quelle applicazioni che trasmettono la sensazione di avere maggior controllo sulla propria vita e trasformare i piccoli lavori domestici in esperienze positive. Le app, inoltre, conferiscono un nuovo senso di libertà: se c’è un nuovo problema, ci sarà probabilmente un’applicazione che aiuterà a risolverlo”, sostiene Björn.
Il cambiamento nelle modalità di consumo attiene, secondo la ricerca commissionata da Ericsson, alla semplificazione generata dall’uso delle singole componenti software : invece di navigare entro un sistema, trovare il segnalibro, eseguire l’accesso attraverso un log in , le applicazioni tendono a offrire ciò che si vuole subito e permettono scavalcare tutti i potenziali ostacoli previsti dalla tradizionale connessione alla Rete. Ammesso, allora, parlare di “app culture”.
Cristina Sciannamblo