Gli Stati Uniti stanno per approntare una nuova stretta sulle criptovalute, reazione al timore per cui i guadagni maturati su questo fronte possano divenire fonte di evasione fiscale. Il Dipartimento del Tesoro, nello specifico, ha chiesto che sia previsto l’obbligo da parte dei cittadini di dichiarare le transazioni al di sopra dei 10 mila dollari: ciò comporta l’obbligo, da parte dei contribuenti, di dichiarare ogni transazione al di sopra di questa cifra, dunque anche per l’acquisto, la vendita o il trasferimento di portafogli in criptovalute
USA: si dichiarino i portafogli
Questo intervento ha immediatamente portato il Bitcoin a fermare l’ampiezza del proprio rimbalzo: dopo giornate di cadute a doppia cifra, infatti, stava maturando un +9% che si è improvvisamente arrestato sulla scia di queste nuove notizie: dover giocoforza dichiarare i propri asset porterebbe infatti ad una tassazione più puntuale e ad un controllo più stretto. Anche l’uso delle criptovalute per finalità di evasione verrebbe limitato e ciò potrebbe in parte sgonfiare il capitale che viene riversato su questo fronte.
Se l’impatto di breve termine potrebbe essere un ulteriore schiaffo per gli investitori, nel lungo periodo le cose potrebbero però avere un significato differente. Un più preciso regime fiscale, infatti, è esattamente la cornice di cui le criptovalute hanno bisogno per un inquadramento istituzionalizzato che si va cercando ormai da tempo. Se davvero gli Stati Uniti arrivassero anche ad una regolamentazione del settore (favorita dal fatto che a capo della SEC c’è un veterano del mondo crypto, ossia Gary Gensler) allora le criptovalute potrebbero diventare asset come molti altri, tassati come tutti gli altri, ma proprio per questo anche più stabili, sicure e affidabili.
L’obiettivo del Presidente Biden è quello di limitare fortemente la pesante evasione fiscale con cui anche gli USA devono fare i conti, misura necessaria per poter finanziare le importanti politiche che si intendono portare avanti nel prossimo futuro. Per fare ciò il dipartimento aumenterà le risorse umane in forze al “Internal Revenue Service”, ossia l’ente presso il quale i trasferimenti in criptovalute andranno notificati.
Potrebbe passare per una maggior trasparenza la prossima fase di crescita delle crypto, anche al costo di una maggior tassazione sui guadagni maturati. In assenza di una regolamentazione, del resto, difficilmente si può pensare ad una vera integrazione tra l’economia tradizionale e le nuove dinamiche innestate dalle valute digitali.