Negli USA è legale vendere server domestici in cui riversare i DVD che si posseggono , ma solo se i server assicurano il mantenimento dell’eventuale blindatura tecnologica su quei materiali. Questo il senso di una sentenza di grande rilievo che ha forse posto fine ad una lunga querelle giudiziaria. Un produttore di server domestici per film blindati in CSS, accusato di aver violato la licenza per l’impiego del CSS, è stato assolto.
Si è infatti concluso il primo atto della querelle giudiziaria iniziata nel 2004, che vede contrapposte Kaleidescape e DVD Copy Control Association . Il giudice californiano Leslie C. Nichols si è espresso in favore del querelato dopo soli sette giorni di dibattimento, ritenendo i sistemi prodotti da Kaleidescape aderenti alla licenza d’uso per il CSS .
A nulla è valso il tentativo di DVD-CCA di sottoporre alla corte un documento intitolato “CSS General Specifications”, nel quale si cita espressamente il divieto di “copia non autorizzata” di un DVD : il giudice ha sancito che il documento non fa parte della licenza CSS firmata da Kaleidescape poiché fornito solo dopo la stipula del contratto, ed ha anche rimproverato DVD-CCA di non aver garantito all’azienda californiana il supporto tecnico e legale da tempo richiesto per il rispetto dei termini dell’accordo.
Accogliendo le tesi della difesa, il magistrato ha riconosciuto inoltre la possibilità di sviluppare prodotti che permettano ai consumatori di creare copie personali dei propri DVD : secondo Nichols, niente nell’accordo indica come necessaria la presenza di un supporto DVD durante la riproduzione dei titoli acquistati, come invece sostenuto da DVD-CCA.
L’aspetto più interessante della vicenda risiede nelle motivazioni che hanno spinto il giudice a prendere la sua decisione: Kaleidescape ha dimostrato la sua buonafede nel realizzare un sistema aderente alle licenze , e non avendo violato i contratti sottoscritti non ha neppure infranto il diritto d’autore. È proprio il copyright il grande assente di questa vicenda: DVD-CCA non ha mai tentato di tirare in ballo l’argomento, portando avanti invece la tesi della rottura fraudolenta di un contratto.
Questa prospettiva sembra lasciare ampio margine ad una eventuale causa delle major contro Kaleidescape sulla base di una possibile violazione del copyright, mentre poco probabile è il ricorso di DVD-CCA contro la decisione del giudice: secondo Michael Malcolm (CEO di Kaleidescape) l’istruttoria è stata molto accurata e tecnicamente ineccepibile e ciò ridurrebbe le possibilità di un eventuale appello.
Quasi certamente da oggi gli avvocati e gli esperti delle major hollywoodiane saranno al lavoro per rivedere i termini della licenza CSS : pur rimanendo illegale copiare materiale prodotto da copyright, secondo la sentenza questa eventualità non è riportata esplicitamente nelle norme d’uso. Il punto debole di questa licenza è proprio la sua complessità: il risultato di centinaia di incontri tra legali e tecnici è un testo confuso ed a tratti ambiguo , che lascia delle zone grigie su ciò che sia lecito e ciò che non lo è.
Nel caso dell’offerta Kaleidescape la vicenda assume toni paradossali: il materiale salvato nella memoria interna dei server resta protetto dalla tecnologia CSS (motivo per il quale l’azienda ha acquistato una licenza), ma per alcuni contenuti viene addirittura impiegata una cifratura AES-256 aggiuntiva . DVD-CCA è stata correttamente e tempestivamente informata durante tutte le fasi della progettazione e dello sviluppo dei prodotti.
Giova ricordare come questa sentenza non modifichi nulla per quanto attiene al traffico di contenuti protetti sulle reti P2P , che resta una attività proibita dal Digital Millenium Copyright Act ( DMCA ).
Ma ciò che non piace alle major è la possibilità di fruire di questi contenuti sulla intera rete domestica, senza necessità di tenere un esemplare di ciascun DVD sempre a portata di mano. Qualcuno però arriva addirittura a sospettare un complotto delle major per costringere i consumatori a sborsare più volte il prezzo dello stesso prodotto, contravvenendo al principio del fair-use .
Semaforo verde dunque per i prodotti Kaleidescape, che comprendono un server centrale con capacità di stiva fino a nove terabyte e player remoti da collegare via rete in tutta la casa, e per tutti i dispositivi che consentano la creazione di archivi digitali casalinghi : un settore senz’altro in fermento, come dimostrano la recente commercializzazione di AppleTV nonché l’ interesse di due colossi come HP e Microsoft , e che prospetta quella convergenza tecnologica tra i vari elettrodomestici per l’home entertainment da tempo evocata.
Luca Annunziata