Negli Stati Uniti la chiamano “digital pill”, ossia “pillola digitale”. Si tratta di un medicinale che incorpora un sensore il quale aiuta il paziente, o i suoi familiari, a tenerne sotto controllo l’assunzione . Lunedì scorso, Abilify MyCite della Otskuka Pharmaceutical, un farmaco che cura la depressione, il disordine bipolare e la schizofrenia, è stato approvato dall’ente regolatore americano Food and Drug Administration. Non a caso si è voluto iniziare dai pazienti che hanno disturbi mentali, poiché più degli altri rischiano di non rispettare le prescrizioni mediche. Si tratta di un passo avanti nella convergenza tra la tecnologia ( Digital Ingestion Tracking System ) e la sanità.
Il sensore è stato sviluppato dalla Proteus Digital Health ; viene attivato dai fluidi dello stomaco e invia un segnale ad una sorta di cerotto posizionato sul torace del paziente, il quale trasmette poi le informazioni a uno smartphone o ad un tablet tramite app.
“È la prima volta che abbiamo a disposizione un sistema per controllare l’aderenza alle prescrizioni”, ha affermato Kabir Nath, CEO di Otsuka Pharmaceutical (che ha sede a Tokyo) per il Nord America. La tecnologia “Digital Ingestion Tracking System” consente di seguire il percorso del medicinale nell’organismo e il suo assorbimento . Le informazioni rilevate possono essere condivise con il medico.
L’obiettivo, secondo Nath, è di ridurre i rischi connessi alla mancata assunzione dei medicinali , soprattutto nei pazienti affetti da schizofrenia, che per questo motivo finiscono spesso al pronto soccorso.
Si tratta di un passo importante verso la sanità digitale, che però suscita non pochi dubbi sulla tutela della privacy . Basti pensare alla possibilità, per le aziende, di monitorare i dati sanitari di un lavoratore.
I vantaggi per la collettività, però, potrebbero essere significativi. Stando ai dati riportati dall’agenzia Ansa, la cosiddetta “non-aderenza” ai trattamenti prescritti dai medici costa agli Stati Uniti 100 milioni di dollari l’anno.
Pierluigi Sandonnini