Via libera dalla Federal Trade Commissione (FTC) all’acquisizione dell’azienda di advertising mobile AdMob da parte di Google: approvato all’unanimità l’ affare finito , sotto la lente d’ingrandimento a marzo.
L’attenzione della commissione era stata attirata dai possibili rischi dell’unione dei due soggetti per la competizione nel settore dell’advertising online: FTC ha ora comunicato che “mancano ragioni per credere che l’affare possa intralciare la concorrenza, soprattutto visti gli sviluppi di mercato succedutesi proprio durante le investigazioni, incluso l’acquisto di Quattro da parte di Apple e la creazione di iAd”. FTC continuerà – ha comunque dichiarato – a tenere d’occhio il settore.
Proprio la contromossa della concorrente diretta avrebbe, secondo FTC, “mitigato i possibili effetti anticompetitivi dell’unione AdMod-Google”. D’altronde, secondo la commissione, Apple rappresenta un soggetto forte del settore, dal momento che mantiene il controllo su tutta la fetta di mercato costituita da iTunes e iPhone (principale piattaforma, peraltro, sui cui opera proprio AdMob) e sugli strumenti di sviluppo necessari ad operare su di essa.
Sia Google che AdMob hanno accolto con soddisfazione l’attesa decisione, che dà il via libera al completamento dell’operazione, cui dovrà seguire l’integrazione delle competenze e degli uomini AdMob con i Googler .
Il ruolo di AdMob è talmente strategico per Google e la sua sfida con iAd che, in caso di mancata approvazione della fusione per motivi antitrust, Mountain View avrebbe pensato a strade alternative per ricoprire comunque un ruolo in sintonia o comunque per precauzione rispetto al rischio di un accordo simile con Apple. E avrebbe avuto pronto un assegno da quasi 700 milioni di dollari per AdMob, quasi a “valutarne” la partnership.
Gli esperti sembrano accogliere con favore la decisione della FTC, nella convinzione che il ruolo di Google sia fondamentale per lo sviluppo del settore, anche se qualcuno teme che si sia scongiurato un monopolio solo per dare il via ad un pericoloso duopolio , o al massimo oligopolio se la fusione tra Bing di Microsoft con il sistema di advertising di Yahoo! andrà a buon fine.
Il via libera all’operazione in sospeso permette a Google, le cui operazioni di acquisizioni non si erano peraltro mai fermate, di guardare avanti a nuovi affari: nuovo obiettivo potrebbe essere Invite Media , altra startup di advertising, che ha un costo tra i 60 e 100 milioni di dollari. Il tempo dello shopping, per Google, non finisce mai.
Claudio Tamburrino