USA, vietate le bugie online

USA, vietate le bugie online

Proposta d'emendamento al Computer Fraud and Abuse Act statunitense. Creare account fasulli o mentire sul proprio aspetto potrebbero rappresentare un reato. Come si trattasse di attacchi informatici
Proposta d'emendamento al Computer Fraud and Abuse Act statunitense. Creare account fasulli o mentire sul proprio aspetto potrebbero rappresentare un reato. Come si trattasse di attacchi informatici

Il vento di protesta ha soffiato senza sosta ai vertici del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Organizzazioni del calibro di ACLU ed Electronic Frontier Foundation (EFF) contro la proposta di emendamento alla legge nota come Computer Fraud and Abuse Act (CFAA).

Le menzogne online dovrebbero costituire un autentico reato, in evidente violazione dei termini di servizio stabiliti dalle varie società operative sul web . La proposta del Department of Justice (DoJ) punirebbe i netizen statunitensi per aver creato un profilo fasullo su Facebook o aver mentito sul proprio peso in un sito di dating come Match.com .

Al centro delle polemiche è così finita una specifica sezione del CFAA – legge introdotta alla metà degli anni 80 – in particolare quella che punisce quelle attività al di là degli accessi autorizzati ad un determinato servizio online . Nell’ottica del legislatore, una tutela da attacchi informatici e furto di informazioni.

È stato ora ricordato il caso Lori Drew, condannata da un giudice federale per violazione del CFAA. La donna aveva sfruttato un account fasullo su MySpace per attaccare verbalmente una ragazza di 13 anni . Le molestie avevano portato al drammatico suicidio del minore. Un giudice di Los Angeles si era poi espresso a ribaltare la sentenza di primo grado.

Questo l’esempio riportato dal Dipartimento di Giustizia a stelle e strisce. L’account fasullo su MySpace risulterebbe una evidente violazione delle policy stabilite dallo stesso social network. Dunque dovrebbe rientrare negli “accessi non autorizzati” previsti dal CFAA .

Vibranti proteste da parte delle organizzazioni a tutela dei diritti digitali. A mentire online sarebbero milioni di cittadini. Potenzialmente chiunque in possesso di una connessione Internet . Pare però che il DoJ sia intenzionato a far valere la nuova versione di legge solo in casi eclatanti come quello descritto di Lori Drew.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
16 nov 2011
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