La storia ha confini del tutto strambi, ma è arrivata ad una indagine federale e ad un veto che Amazon si è vista costretta ad adottare: vietato comprare semenze online quando la provenienza è oltre i confini nazionali.
Amazon vieta l’acquisto di semenze non-USA
Nasce tutto con un evento che aveva destato un certo sconcerto, pur privo di conseguenze: nei mesi scorsi migliaia di cittadini USA hanno ricevuto presso la propria abitazione piccoli pacchetti contenenti dei semi: nessun biglietto, nessuna indicazione, ma soprattutto nessuna motivazione per la ricezione di un pacchetto che non si era mai ordinato su alcuno store. La provenienza era cinese. Immediatamente era scattato l’invito generalizzato a non piantare i semi ricevuti, ma la cosa non era motivata da altro se non dal timore.t
Le indagini non hanno mai spiegato a fondo quanto accaduto, se non legando la cosa ad una possibile truffa. Anche l’analisi sui semi non ha svelato problematiche: si trattava di semplici semi, peraltro apparentemente innocui sotto ogni profilo. Tuttavia la cosa ha messo in luce l’apparente semplicità con cui chiunque ha la possibilità di ordinare semi online, di qualunque provenienza. Ciò rende particolarmente semplice, però, l’impianto di vegetali di altra provenienza, cosa che andrebbe potenzialmente a creare problemi. Sono innumerevoli le segnalazioni di vegetali (e animali) che fuori dal proprio contesto naturale hanno creato più di un problema, diventando potenzialmente infestanti e nocivi per altri colture autoctone.
Il risultato? Amazon ha vietato l’acquisto di semi da oltre confine ed ha comunicato la novità con una missiva diramata in settimana. La decisione è stata intrapresa su specifico sollecito dello U.S. Department of Agriculture: le dinamiche internazionali dell’e-commerce potrebbero generare pericolosi attriti con le fragili dinamiche locali dell’agricoltura e mettere in contatto questi due mondi senza controlli specifici potrebbe determinare gravi danni in prospettiva. Meglio monitorare, insomma, ed evitare un avventuroso “fai-da-te” dettato più da sprovveduta curiosità di singoli che non da reali esigenze collettive.