L’ annuncio di Wikileaks (lanciato via Twitter da Julian Assange) di voler rilasciare altri documenti classificati preoccupano non poco le autorità degli Stati Uniti.
A destare preoccupazioni il fatto che tra i segreti svelati vi siano documenti concernenti la rete diplomatica di Washington, nonché i suoi interessi militari. Nella nuova ampia infornata di documenti riservati (il sito ha parlato di sette volte i 400mila divulgati ad ottobre) ci sarebbero , d’altronde, informazioni riservate riguardanti i comportamenti (con anche accuse di corruzione) riguardanti politici da tutto il mondo .
Il portavoce del Dipartimento di Stato ha sottolineato che divulgazioni del genere potrebbero compromettere la credibilità degli Stati Uniti come partner diplomatico, “creando tensioni tra i nostri ambasciatori e gli amici in tutto il mondo”.
Infine ha battuto nuovamente sull’argomento con cui è stata più volte criticata Wikileaks: le vite messe in pericolo dal “danno procurato alla sicurezza nazionale”. Anche perché un portavoce del Pentagono ha detto che i documenti potrebbero contenere anche tattiche militari e svelare le identità di alcune fonti .
Wikileaks ha risposto a tono, dicendo di ritenere che l’unica preoccupazione delle autorità sia essere chiamate a rispondere delle proprie azioni.
Stavolta, però, Washington non vuole rimanere solo nella battaglia mediatica con il sito di delatori: ha così informato della situazione, per esempio, anche l’Australia, coinvolta sembrerebbe in discussioni diplomatiche su argomenti controversi e in particolare sulla tempistica di ingresso nella guerra in Iraq. E non è detto che non abbia fatto altrettanto con tutta la sua rete di relazioni internazionali. Nelle presunte accuse di corruzione contenute nei documenti (s)figurerebbero politici da svariati paesi europei e asiatici.
Claudio Tamburrino