ZTE ha ammesso di avere commesso degli errori e promette di non tradire la fiducia che le autorità statunitensi ripongono nelle sue strategie di mercato: l’azienda cinese, dopo aver ristabilito i rapporti con gli Stati Uniti ammettendo di aver gestito relazioni commerciali con paesi come Iran e Corea del Nord e pagando le relative sanzioni, è stata depennata dalla lista dei soggetti con cui gli USA non fanno affari.
ZTE era stata inclusa nella lista nera nel mese di marzo dello scorso anno a causa delle violazioni commesse nel corso degli anni passati , quando ZTE commerciava con paesi sottoposti a embargo come l’Iran, facendovi filtrare tecnologia statunitense.
La distensione dei rapporti tra l’azienda cinese e le autorità statunitensi si è concretizzata con l’ accordo stipulato all’inizio del mese di marzo con il Dipartimento del Commercio. Con il pagamento di 892 milioni di dollari in sanzioni, cifra che ha gravato non poco sui conti dell’azienda cinese, ZTE si è riguadagnata la fiducia delle autorità statunitensi e la possibilità di intessere rapporti commerciali con il paese.
Ora l’azienda cinese assicura di voler voltare pagina rispetto a “un capitolo impegnativo del suo passato” con le dichiarazioni del CEO Zhao Xianming: “Ammettendo gli errori che sono stati compiuti ed accettando la relativa responsabilità, e concentrandoci sulla possibilità di portare un cambiamento positivo in azienda, puntiamo a una ZTE conforme, sana e meritevole di fiducia”.
Il tradimento della fiducia che le autorità statunitensi le hanno concesso vale 300 milioni di dollari: l’azienda cinese ha accettato di essere sottoposta ad un monitoraggio che durerà sette anni e che in caso di violazione comporterà queste ulteriori sanzioni e il divieto di accesso ad un mercato determinante per il proprio business .
Gaia Bottà