Non solo l’infrastruttura di Internet è stata messa a dura prova in Italia durante il lockdown, ma anche quella della rete elettrica. Lo racconta oggi Enel con un esempio esplicativo: nella centrale Ettore Conti di Verampio, una delle più vecchie del paese, i tecnici si sono dovuti organizzare per dar vita in modo rapido a quella che viene definita una “sala di controllo parallela di backup” collocata a circa 30 Km di distanza.
Lockdown e rete elettrica: l’importanza del digitale
In contemporanea gli addetti alla struttura si sono dovuti adoperare per fornire ai collaboratori l’accesso ai database gestiti da remoto, così da consentir loro di proseguire con l’attività in smart working. Operazioni non semplici, soprattutto se le si riconduce a un contesto di precarietà e incertezza come quello vissuto nei primi momenti della crisi sanitaria, rese però possibili da una parola magica: digitalizzazione. Questa la dichiarazione attribuita a Giuseppe Serrecchia, numero uno del Global Power Generation Digital Hub di Enel.
Non abbiamo mai fatto questo genere di cose per un lungo periodo di tempo, ma ha funzionato all’istante. Per rispondere in modo pronto alle sfide del COVID abbiamo potenzialo la nostra spinta verso la digitalizzazione su ogni fronte.
Un’ennesima testimonianza di come il processo di Digital Transformation sia trasversale, interessando realtà di ogni settore e contesto. Quello di Enel non è stato un caso isolato. Ha fatto qualcosa di simile anche la spagnola Iberdrola, tra i gruppi più attivi al mondo sul fronte delle energie rinnovabili.
È in questa direzione che bisogna puntare ed è in questa direzione che sembra finalmente spingere l’Europa con il Recovery Plan che fissa paletti per l’accesso ai fondi legati proprio a criteri di sostenibilità e passaggio al digitale.
Focalizzando l’attenzione sul gruppo italiano, la utility ha effettuato lo scorso anno una migrazione totale dei propri dati sul cloud stanziando fin qui 4,5 miliardi di euro in un triennio per progetti su questo fronte, prevedendo di spenderne altri 2,5 miliardi entro il 2022.