I portali di tutti i più importanti exchange di criptovalute non risultano al momento più accessibili dal territorio dell’Uzbekistan. Si tratta della conseguenza di una decisione presa dal governo centrale del paese e attuata da una delle sue agenzie. Il motivo è da ricercare nel mancato rispetto di una legge locale che impedisce ai cittadini di eseguire trading su piattaforme e broker localizzati all’estero.
Uzbekistan, giro di vite sugli exchange crypto
La norma, introdotta nel 2018, vieta inoltre ai cosiddetti mining pool di operare senza prima aver ottenuto un’autorizzazione esplicita. Lo stesso vale per qualsiasi altra attività con una qualche attinenza al mondo degli asset digitali. Tutti i dettagli sono racchiusi in un comunicato diffuso questo pomeriggio dalla National Agency for Perspective Projects.
A essere interessate dal blocco sono le realtà più importanti del settore, incluse Binance, FTX e Huobi. Per quanto riguarda l’exchange di CZ, ha già reso noto di essere al lavoro per trovare una soluzione.
Binance continua a crescere e a espandersi nei territori CIS, in qualità di organizzazione fintech regolata in modo tradizionale.
Il riferimento a CIS è alla Comunità degli Stati Indipendenti formata da nove delle quindici ex repubbliche sovietiche: Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Russia, Tagikistan, Turkmenistan e appunto Uzbekistan.
Al momento, l’unico exchange in possesso dell’autorizzazione necessaria è UzNEX, controllato da Kobea Group e con sede proprio nel paese, nella capitale Tashkent.
Rimanendo in tema, nel mese di maggio il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev ha ufficializzato l’intenzione di introdurre nuove restrizioni per le società attive su questo fronte, assegnando proprio all’agenzia citata poc’anzi il compito di vigilare.